Dondi (Nomisma): «Cederli è difficile»
Lamministrazione comunale, per abbattere il debito, si tratta di circa 15 milioni di euro tra mutui e Boc utilizzati per realizzare alcune opere pubbliche negli anni scorsi, vuole vendere degli immobili comunali. Secondo i calcoli dei tecnici nel 2014, si legge negli allegati alla delibera che sarà discussa in consiglio giovedì prossimo, si potranno incassare 6 milioni di euro. Una cifra rilevante e nei giorni scorsi Adolfo Morandi, consigliere di Forza Italia, ha chiesto allassessore al bilancio Giuseppe Boschini di quali immobili si tratta. Il Sigonio, le caserme Fanti- Garibaldi la risposta. Ma sarà possibile nei prossimi mesi far girare sei milioni di euro nello statico mercato immobiliare modenese? Se guardiamo i progetti dei vicini, sembra come scalare una montagna. A maggio il Comune di Bologna ha messo allasta 184 beni immobili, ma ne ha venduto solo 50; gli amministratori del capoluogo regionale pensavano di incassare tra i 20 e i 50 milioni, si sono dovuti accontentare di 5 milioni. Poca roba. Eppure si trattava di appartamenti, autorimesse, posti auto e locali vari che non richiedono grosse cifre ed ingenti investimenti. Sulla base di questi dati appare, quindi, impegnativo il progetto del Comune di Modena, con lobiettivo di abbassare il debito comunale, di vendere la sede della scuola Sigonio e delle caserme Fanti – Garibaldi. Lopposizione di centrodestra ha già fatto presente allassessore Giuseppe Boschini le difficoltà di un mercato immobiliare in profonda crisi, soprattutto quando si tratta di immobili depoca, posizionati in zone fortemente vincolate e senza le necessarie infrastrutture. Lesempio più evidente a Modena è la sede della Banca dItalia in Corso Canalgrande. Messa in vendita per 9 milioni di euro, nessuno ha presentato offerte.Abbiamo sentito un esperto del mercato immobiliare: Luca Dondi, direttore generale e responsabile del dipartimento Real estate di Nomisma, il centro di ricerca nazionale dedicato anche alleconomia del mattone. «Ci sono i problemi congiunturali del mercato, ma per immobili come le caserme si ha una maggiore complessità perchè sono assoggettati anche a forti vincoli urbanistici, ci sono spesso da affrontare spese ingenti di bonifica dei siti, cè un problema di infrastrutturazione e delle funzioni che devono essere viste in un piano più ampio rispetto allarea acquistata, fino a comprendere lintera città». Non cè solo da colare il cemento per linvestitore ma combattere con la burocrazia – pensiamo alla soprintendenza-, soportare alti costi di bonifica e ristrutturazione e quando si impegnano molti soldi bisogna pensare a tutto: dai parcheggi alla sicurezza. Questo il percorso ad ostacoli che rende in salita il percorso di alienazione del patrimonio immobiliare cittadino. «E difficile immaginare una attrattiva in questa fase di mercato soprattutto in mancanza di un piano di rilancio che non può esser basato solo sulla destinazione duso di quello specifico immobile – conclude Dondi – E necessario un piano strategico di infrastrutturazione che permetta di valorizzare anche il bene immobiliare che si intende vendere». nGian Basilio Nieddu