La trionfale campagna dei nostri nel campionato De Martino

Padovani, Lusuardi, Vecchi, Venturato,Barbieri, Manganotti, Marchesi, Zanfi, Galli, Melotti, Zibordi, Prandini, Marcioni, Vincenzi, Del Piano e Lugli: sono nomi che ai più non dicono molto, ma questi ragazzi gialloblù, supportati di volta in volta da Merighi I, Merighi II, Facchinetti, Lodi, Pezzullo, Landini, Roffi, Ronchi, Vellani, Petraz e Franzini; guidati da Armando Cavazzuti, possono vantarsi di avere conquistato lo scudetto tricolore nell’edizione del 1969-70 del campionato De Martino. Oltre che un’ottima opportunità per le giovani promesse, questo torneo consentiva ai giocatori della rosa della prima squadra, di acquisire il ritmo gara ( si giocava di mercoledì), nel caso che, relegati tra le riserve necessitassero di trovare la condizione migliore. Non a caso nel 1973, tale competizione prese il nome di Campionato Riserve. Molti degli artefici di quel successo non ebbero poi una carriera professionistica importante: di Del Piano, Manganotti, Marchesi, Zanfi, Lugli, Vincenzi, Zibordi, Prandini, e Vecchi infatti si persero ben presto le tracce. Non si può dire altrettanto di Giordano Galli, che ebbe una discreta notorietà anche con le divise di Novara, Catanzaro e Taranto; Mauro Melotti libero o mediano di rango a Modena, San Benedetto, Brescia e Rimini; Gianni Merighi detto Merighi II che si mise in luce anche con le divise di Napoli, Reggina e Prato. Come detto, alla guida della compagine geminiana era Armando Cavazzuti, un modenese purosangue, con un discreto passato di calciatore speso tra Modena, Palermo, Pisa Cagliari, Roma e Udinese. Una volta conseguito il patentino da allenatore, aveva guidato Venezia, Riccione, Reggina, Biellese e Bolzano prima di far ritorno all’ombra della Ghirlandina, dove chiuse la sua carriera di mister alternando il lavoro con i giovani, a quello con la prima squadra, specializzandosi nelle vesti di allenatore in seconda. Dopo la prima fase, dove occorre ricordare con particolare soddisfazione, il 3-0 inflitto al Torino al Comunale, contro i granata che schieravano diversi giocatori della prima squadra, i canarini vennero inseriti in un girone in cui i rossoneri del Milan, erano la testa di serie numero uno, ma trovarono il percorso meno arduo del previsto, a causa della rinuncia dei meneghini, dovendosi tuttavia misurare con Napoli, Varese, Arezzo e Catanzaro. Le reti di quella stagione furono di Manganotti (10), Gianni Merighi (8), Venturato (5), Galli, Melotti, Balesti e Facchinetti (2 a testa). L’incontro decisivo per l’assegnazione del trofeo, disputato a Catanzaro e vinto dai canarini, diede un volto definitivo alla classifica del girone finale che così recitava: Modena 10 punti campione d’Italia, Napoli e Varese 9, Arezzo e Catanzaro 6. Quella trionfale giornata coincise per uno strano scherzo del destino con quella dell’indimenticabile Italia-Germania 4-3 dei mondiali messicani, e cotanta gloria fece passare un poco inosservato quel successo dei nostri colori… (20 – Già pubblicati 5/9: 1964, lo spareggio di sospetti; 12/9: la denuncia di Farina; 19/9: il caso Mitri; 26/9: Modena-Juve e l’arbitro Gabriele; 3/10: la vendetta di Lauro; 10/7: quando il Modena battè la Polonia; 17/10: Genoa-Modena, pesce grosso-pesce piccolo; 24/10: Modena-Venezia, do ut des; 31/10: l’allenatore invisibile; 7/11: caccia all’uomo a Livorno; 14/11: il mago; 21/11: 1985-86, mai su rigore; 28/11 il caso-Ferrari; 5/12: Pietre; 12/12: Roma-Modena 2002; 19/12: soprannomi; 2/1: Adani, prime volte; 9/1 il Modena europeo; 16/1: il gol di Ginestra). nMassimo Bartolamasi