Braglia, Tavernari e il Drake i grandi figli dell800 Nel 1912 irrompe il gioco del calcio: nasce il Modena
Lo sport a Modena ha antiche e nobilissime tradizioni: nel tempo antico si praticavano giochi ed attività quali: palla a corda, racchetta, pallamaglio e il gioco del pallone con bracciale, mentre ai nobili ed ai guerrieri erano riservati il gioco della quintana, dellanello, e le corse dei cavalli. Trovavano spazio anche manifestazioni di esercizi ginnico-acrobatici e di cavalieri con esibizioni di equitazione. Non mancava nemmeno un Palio, sospeso agli inizi del Settecento per un voto a San Geminiano affinché proteggesse Modena, che risultava minacciata, durante la guerra di secessione spagnola. Con un bel salto in avanti si arriva allOttocento, dove durante il durante la reggenza estense, il Marchese Coccapani istituisce la scuola di esercizi cavallereschi, il Collegio San Carlo crea una scuola ginnica e, pochi anni dopo, il Duca di Modena dà vita ad una innovativa scuola di nuoto e nella seconda metà del secolo vede la luce pure la Società comunale di tiro a segno. Il primo inserimento della ginnastica nelle scuole lo si ebbe a Modena nel 1864, mentre nel 1867 nasceva la Società Ginnastica Modenese che in seguito, precisamente nel 1870, divenne Società Ginnastica del Panaro e pochi anni dopo, in seguito ad una scissione della Panaro, il 1° Maggio 1874, nacque la società sportiva La Fratellanza, con lo scopo d insegnare la ginnastica e la scherma. 1883: NASCE BRAGLIA – Il 23 aprile 1883 nasce a Modena Alberto Braglia. Quinto figlio di un muratore di Campogalliano, balbuziente, primi allenamenti nel fienile di casa, dodicenne garzone di fornaio che sapeva appena leggere e scrivere fu proposto dai genitori alla leva della Fratellanza, dove il maestro Carlo Frascaroli lo incluse tra gli allievi del Ginnasio della Panaro. Temprato dagli allenamenti in una soffitta vicino casa in cui sperimentò per mesi arditi passaggi su rudimentali attrezzi di sua costruzione, una predilezione per cavallo con maniglie e parallele, esordì a Bologna nel 1900 classificandosi allultimo posto, ma due anni dopo fece tuttaltra impressione nel concorso internazionale di Firenze e nel 1903 vinse la medaglia dargento nella prova a squadra dellEuropeo di Marsiglia per poi imporsi a Mons (Belgio) in tutti gli esercizi. Due secondi posti ai Giochi intermedi di Atene 1906 (concorso individuale) al ritorno a Modena fu ricevuto dal re Vittorio Emanuele III e premiato con un posto da operaio alla Manifattura Tabacchi. Oro alle Olimpiadi di Londra 1908 , i giudici lo classificarono sottolineando il punteggio massimo con gli aggettivi «perfetto», «meraviglioso», «insuperabile». Debuttò poi nello spettacolo col gruppo acrobatico La Famiglia Panciroli, messosi in proprio si esibì nel 1910 al teatro Storchi di Modena con lo show La torpedine umana, dove, lanciato a gran velocità dalla galleria con un carrello per partire in volo al momento dellarresto ed afferrare un trapezio, mancò la presa rovinando pesantemente al suolo. Guarite le fratture e riqualificato dilettante, alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 vinse loro individuale e a squadre. Braglia, come sempre, fu splendido, e con sicurezza meravigliosa eseguì quegli esercizi che stupirono nuovamente la giuria, il pubblico ed i reali stessi, che dalle tribune non cessavano di esprimere la loro ammirazione per il grande italiano che, agli attrezzi, ha voluto per la terza volta conquistare il lauro olimpico, fatto assolutamente nuovo e mai accaduto nella storia delle moderne olimpiadi. Tornato allo spettacolo nel 1914, portò in teatro le imprese di personaggi come Fortunello e Cirillino: grande successo, andò in tournée in tutta Europa, premiato dagli applausi dei reali dInghilterra e dello zar di Russia. Dopo quattro anni negli Stati Uniti a 500 dollari la settimana, tornato in Italia comprò un bar e un podere, ma con la guerra perse tutto (le bombe gli distrussero una casa a Bologna e una a Modena). Nel 1950, ormai indigente e ricoverato in un ospizio, fu riconosciuto da un giornalista che convinse il comune di Modena ad assicuragli un piccolo stipendio come custode della palestra che portava il suo nome. Morì di trombosi nel 1954, dopo che il Coni gli aveva assegnato una piccola pensione: camera ardente nella grande palestra della Panaro, ventimila persone parteciparono al suo funerale (lo scultore Alfredo Gualdi ne riprese la maschera per scolpirne un busto in bronzo). Nellagosto del 1956, la cittadinanza intitolò lo stadio a suo nome. IL DRAKE E IL MODENA – Il 18 febbraio 1898 nasce Enzo Ferrari, che alletà di dieci anni dopo aver assistito ad una gara, decide quella che sarà la sua missione: le auto e le corse. Ne parleremo, e ampiamente peraltro, nelle prossime puntate. La sera del 5 aprile 1912 nei locali del caffè Cacciatori di via San Carlo, mediante la fusione tra lAssociazione Studentesca Calcio e lAudax, il Modena calcio emette il primo vagito della sua storia centenaria. Presidente il dott.Luigi Salotti e presidente onorario nonché finanziatore Claudio Sandonnini. Non senza peripezie burocratiche, il Modena debutta nella prima categoria del girone Veneto – Emilia il 3 novembre 1912, ospitando sul campo di Piazza dArmi il Venezia perdendo per 2 reti a 0. Leonelli, Ruini, Rota, Giberti, Secchi, Zanetti, Ventura, De Lucchi, Vaccari, Tosatti, Mariani lundici titolare. Bisogna attendere 3 mesi esatti per arrivare alla prima vittoria della storia del club canarino e precisamente al 2 febbraio 1913, nella gara interna contro i cugini felsinei e vinta per 1 a 0 grazie ad un gol di un certo Brazzi. I primi anni dei canarini sono assai difficili e per trovare un dignitoso secondo posto alle spalle del grande Genoa di De Vecchi detto il figlio di Dio, bisogna attendere il campionato 1915-16, caratterizzato dal suo anomalo svolgimento a causa della Grande guerra. Nella primavera del 1920, altra data storica per lo sport modenese con la prima chiamata di un calciatore canarino in nazionale, coincidente con le gare in preparazione alle olimpiadi di Anversa. Si trattava di Pippo Forlivesi, attaccante di razza che nonostante le numerose richieste dai club più blasonati, rimase fedele alla maglia gialloblù. Il 7 giugno 1923 Enzo Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio, e in quelloccasione incontrò la contessa Paolina, madre dellaviatore lughese.Francesco Baracca, che propose a Ferrari di utilizzare il cavallino rampante sulle sue macchine, sostenendo che avrebbe portato fortuna. La prima corsa nella quale lAlfa permise di utilizzare a Ferrari il cavallino sulle macchine della Scuderia fu la 24 ore di Spa. Ferrari vinse. IL VENTENNIO – Nel luglio del 1924, si inaugura il campo datletica della Fratellanza, ed il Modena chiude il suo Campionato dalta Italia al secondo posto dietro il Genoa. Lavvento del fascismo che diviene regime esalta lo sport, che fa notizia da prima pagina con linguaggio marziale, e mentre si rispolverano antiche massime come mens sana in corpore sano, alla Panaro si tennero i primi saggi ginnici. E il 1927 quando Modena ospita il passaggio della Mille Miglia che vede tra i partecipanti anche il modenese Sandonnini su Bugatti, e lastro nascente Enzo Ferrari, vince alla guida della sua Alfa Romeo il circuito di Modena, alla media di oltre cento allora. Il formiginese Lodovico Bozzani, si piazza dodicesimo nella Milano-Modena e Pietro Chiesi della Nicolò Biondo, si aggiudica la Milano-Sanremo , sempre di ciclismo. In quellanno fortunato, il nostro Ettore Tavernari vince il titolo italiano degli 800 metri di atletica leggera che si disputarono al Littoriale di Bologna, che due anni dopo in quel di Budapest, ottenne il record mondiale dei 500 metri piani. (1 – continua) nMassimo Bartolamasi