Gesto eclatante ieri degli avvocati per salvare l’Ufficio

PAVULLO – Dopo l’ospedale, il Giudice di Pace: non si arrestano a Pavullo le proteste per le riorganizzazioni dei servizi imposte dall’alto che continuano a togliere, in un territorio già penalizzato. E ieri avvocati provenienti un po’ da tutto il Frignano hanno deciso per il gesto eclatante: l’occupazione degli uffici di via Marchiani per denunciare i rischi di un’annunciata chiusura che per Pavullo potrebbe essere anticipata già al 31 dicembre, mentre Carpi e Sassuolo avrebbero tempo fino al 29 aprile. Un’altra batosta, e ravvicinata, dopo la chiusura del Tribunale. «E’ gravissimo quello che sta succedendo – ha denunciato l’avvocato Fausto Gianelli, del Coordinamento pavullese operatori di giustizia – qui in montagna si stanno riportando indietro le lancette della giustizia di un paio di secoli: è dal duca d’Este che ci si premura di avere un ufficio giudiziario in loco per dare le dovute garanzie di tutela a una popolazione che vive in area disagiata. Lo spostamento a Modena anziché ridurre i costi, comporterà più spese sugli affitti e soprattutto allungherà incredibilmente i tempi della giustizia: i tre anni di oggi per andare a sentenza, si trasformeranno in sei». Di qui l’azione forte di ieri, decisa, «ma fatta in modo assolutamente pacifico», come hanno più volte sottolineato gli avvocati, da uomini di legge. Tranquilla la mattina, con i carabinieri venuti solo per monitorare la situazione. Poi con il suo arrivo, il giudice Liana Campodoni li ha richiamati per chiedere lo sgombero dell’occupazione. A quel punto gli avvocati, per non mettere in difficoltà il giudice, hanno deciso di andarsene al sopraggiungere della pattuglia. La sensibilizzazione comunque c’è stata, all’indirizzo tanto della gente quanto dell’amministrazione, a cui si chiede di fare domanda al Ministero per il mantenimento dell’Ufficio, così come hanno fatto nel bolognese i Comuni di Porretta, Gaggio, Granaglione e Lizzano. E’ ciò che gli avvocati hanno invocato già nei mesi scorsi, senza riscontro, e adesso tornano alla carica. Pur sapendo che i termini sono scaduti il 29 aprile 2013, confidano in una presa in considerazione comunque da Roma, viste anche le particolarità del territorio richiedente. Ma appunto, l’azione prima deve partire, poi si vedrà l’esito. In ballo c’è il disbrigo di questioni ‘leggere’ ma frequenti per l’Ufficio: ricorsi contro le multe, giuramenti, traduzioni, eredità giacenti e molto altro. Tutte cose per cui si dovrà andare a Modena, se non cambia nulla. «Non serve molto per tenere aperto l’Ufficio – hanno rimarcato gli avvocati – bastano due dipendenti, una spesa di non più di 70mila euro. Se la dividiamo per un bacino di 50-60mila persone, fanno un euro e mezzo a testa all’anno, una cifra risibile. Senza contare che ci si potrebbe spostare di qui, dove il Comune paga un affitto di 30-40mila euro, negli spazi gratuiti del Palazzo Ducale lasciati liberi dal trasferimento del Tribunale». nDaniele Montanari