Diciassette milioni di euro, di cui un milione a titolo di pena pecuniaria e altri 16 in immobili messi a disposizione per la confisca. Sono questi i termini del patteggiamento concordato tra la procura di Milano e la Fondazione Maugeri e ratificato ieri mattina dal gip Andrea ghinetti. La casa di cura di Pavia è indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa nell’inchiesta milanese per associazione per delinquere e corruzione a carico, tra gli altri dell’ex governatore lombardo Roberto Formigoni. Formigoni, lunedì, con altri 11 imputati, sarà davanti al gup Cristina Mannocci per l’inizio dell’udienza preliminare. Secondo la procura i 16 milioni di euro in immobili coincidono con parte del profitto dei reati di associazione per delinquere e di corruzione di cui rispondono gli ex dirigenti e i consulenti del gruppo ospedaliero, tra i quali l’ex direttore amministrativo Costantino Passerino e Umberto Maugeri. Anche loro, così come altri indagati hanno concordato i patteggiamenti che saranno ratificati dopo gli interrogatori in udienza preliminare con la formula dell’incidente probatorio al fine di «cristallizzare» le prove in vista di un eventuale processo, ovvero le dichiarazioni di tre degli indagati che hanno chiesto di patteggiare. Secondo le indagini, la Fondazione Maugeri per anni sarebbe stata favorita, così come l’ospedale San Raffaele, da delibere della Giunta regionale per un totale di circa 200 milioni di euro di rimborsi «ulteriori» per prestazioni sanitarie. Parte di quei soldi, 61 milioni di euro, sarebbero stati distratti dalle casse e 8 milioni di euro circa sarebbero serviti, secondo l’accusa, per corrompere Formigoni con benefit di lusso. Formigoni non ha gradito la decisione dell’attuale presidente lombardo Roberto Maroni di dichiarare la Regione parte civile nel procedimento.