«Puntiamo su ciò che avvicina»

PAVULLO – Anche Cna plaude alla nuova Unione dei Comuni Montani con l’ambito a dieci così come è stato stabilito lunedì dalla giunta regionale. «Se si parlasse di fusione di comuni e, quindi, della soppressione di alcuni di essi, allora ci sarebbe di che essere molto preoccupati – osserva Ermanno Brusiani, presidente di Cna Area Appennino – ma in realtà, il percorso che sta portando alla costituzione di un’Unione dei Comuni appenninici modenesi non pregiudicherà l’autonomia dei vari municipi, ma punterà a rendere più efficienti i servizi a disposizione di chi in montagna ci vive. Proprio per questo occorrerà evitare accentramenti selvaggi a Pavullo. Se questa condizione, come pare, sarà rispettata, allora crediamo che questo processo vada accolto positivamente, anche perché va al di là di quella che sarebbe un’applicazione passiva della legge che rende obbligatoria la gestione comune di alcuni servizi per le amministrazioni con meno di 5.000 abitanti». «A nostro avviso – continua Brusiani – mettere in un unico contenitore i servizi che i comuni dell’area possono svolgere insieme permetterà di raggiungere economie di scala utili a risparmiare e a rendere gli stessi servizi più efficienti». Gli esempi in questo senso non mancano: la gestione amministrativa delle diverse ‘macchine’ comunali, ad esempio, l’omologazione dei diversi regolamenti comunali, operazione che può portare a notevoli riduzioni di burocrazia. Il presidente fa anche un accenno indiretto al ‘caso Cimone’ e all’ambito a sei proposto da Sestola, Fiumalbo e Montecreto (e comprendente anche Pieve, Riolunato e Fanano) e bocciato dalla Regione. «Per quanto riguarda l’estensione dell’Unione, pur nella legittimità delle diverse opinioni -rimarca – per quanto ci riguarda riteniamo che la via migliore sia quella che di seguire gli attuali confini della Comunità Montana, che tra l’altro coincide con la dimensione dell’attuale distretto sanitario. Di certo – conclude Brusiani – più che puntare sui fattori che dividono oggi crediamo opportuno mettere a sistema i fattori che uniscono, fattori che rappresentano un punto di forza della nostra comunità. Proprio la presenza di tante opportunità di sviluppo diverse, se messe a sistema, può rappresentare una chiave determinante per la rivitalizzazione del territorio». La sfida insomma è tutta aperta.