Arletti avverte il Pd su assessori e incarichi in Fondazione e Aimag

CARPI – Roberto Arletti tira la volata finale in vista delle primarie Pd di domenica 2 marzo. E lo fa con un vibrante affondo sulle logiche con cui vengono scelti assessori e fatte nomine in enti controllati dall’amministrazione. «La mia idea di innovazione – spiega il candidato renziano – passa dalle donne e dagli uomini che lavoreranno al mio fianco. Noi non ci accontenteremo di vivacchiare gestendo l’esistente con assessori frutto di equilibrismi o con ‘amici di gioventù’ da ricompensare, che magari si lamenteranno dei pochi soldi come scusa per non fare nulla. Con le nostre 100 idee low-cost (sul sito robertoarlettisindaco.it) abbiamo dimostrato che si può migliorare tanto Carpi anche con poche risorse. E quando si parla di assessori dovremmo imparare a ragionare anche in termini di Unione dei Comuni perché, per fare un esempio, mi pare assurdo che ogni Comune abbia il suo assessore alla Pubblica Istruzione, quando la competenza in materia di scuola è stata affidata all’Unione». Bordate decise quelle di Arletti, che dovrà contendersi la possibilità di rappresentare lo schieramento di centrosinistra alle prossime amministrative con Alberto Bellelli, attuale assessore alle Politiche sociali. «In queste settimane – prosegue Arletti – ho incontrato tante persone appartenenti al mondo del volontariato, dell’associazionismo, del lavoro, tutte competenti e appassionate di quello che fanno per Carpi. E’ quello stesso entusiasmo che hanno tanti militanti del Partito Democratico e che chiederò a chi farà parte della mia squadra di Giunta, perché sono convinto che non si creerà nulla di nuovo se la scelta degli Assessori sarà basata su vecchie logiche. Domenica 2 marzo la mia sfida Bellelli si gioca anche su questo terreno. Anche per le nomine di competenza del Sindaco, non userò i soliti criteri: in Aimag, come nella Fondazione Cassa di Risparmio, e in ogni altro caso in cui dovrò decidere persone, il criterio che mi guiderà sarà esclusivamente quello del merito e dello spirito di servizio, senza guardare in faccia a nessuno. La politica non è e non deve essere un ufficio di collocamento; chi fa politica deve farlo pensando unicamente al bene comune, senza aspettarsi di passare da una poltrona all’altra fino alla pensione. Vogliamo gente che accetti incarichi pubblici con spirito di servizio senza aspettarsi scambi o favori; e, al termine, possa tornare serenamente al proprio lavoro. Solo così avremo personale politico libero e coraggioso, capace di avviare quel cambiamento che non è possibile con le solite logiche». (da.fra.)