«Le cose stanno andando malissimo: questa tassa penalizza turismo e occupazione»: lo denuncia il presidente di Federalberghi Modena, Amedeo Faenza (nella foto) che sottolinea come da sempre lassociazione combatta il balzello. «Già la crisi del settore è forte – prosegue – ed ora questa tassa non fa che peggiorare la situazione. I dati dove viene applicata sono ovunque negativi. Si avvantaggiano le città e le regioni dove la gabella non esiste». Dopo la sospensione per il terremoto, a Modena si paga dal 1° luglio. «E ancora presto per fare un bilancio preciso – spiega Faenza – ma le indicazioni che ci pervengono portano a pensare che sarà senzaltro negativo. Le strutture modenesi con questo balzello sono penalizzate rispetto, ad esempio, a Reggio dove giustamente il Comune ha deciso di lasciar perdere. E così sempre più clienti delle aziende modenesi e famiglie di turisti decideranno di pernottare oltre Secchia». Il presidente di Federalberghi Modena spera che «a breve si riveda il provvedimento. I soldi che entrano nelle casse del Comune non vengono utilizzati per fare promozione o migliorare la città, si scoraggiano solo i clienti. E ne risentono alberghi, bar, ristoranti e negozi». E sulla spinosa questione recentemente sono intervenuti congiuntamente Confesercenti-Assohotel Modena e Federalberghi Modena che hanno denunciato come «il conto si preannuncia salato e ad essere penalizzato sarà lintero sistema economico cittadino». Le associazioni sostengono che «il 90% di chi soggiorna nelle strutture alberghiere cittadine» lo fa per motivi «di lavoro e affari. E, nella stragrande maggioranza di questi casi, i clienti delle strutture alberghiere sono ospiti di aziende modenesi. Le stesse sulle quali, dopo questa decisione, graverà limposta di soggiorno». Data quindi la previsione di un incremento dei costi, «queste aziende potrebbero benissimo decidere di non far più soggiornare a Modena i loro ospiti. Con la conseguente ricaduta negativa anche per ristoranti, bar ed esercizi commerciali di vario tipo, attivi sul territorio comunale». Lanciano poi lallarme: «Con la scelta di applicare la tassa di soggiorno si prevede una diminuzione delle presenze che necessariamente implica una riduzione del personale attivo nelle strutture».
