AllattacoAimi (Fi), Favia (Ex Mc5)e Barcaiulo (Fdi)
«Presidente cè un mare di polemiche, cosa risponde» Alla domanda il governatore Vasco Errani, alluscita del summit in prefettura con i sindaci delle zone interessate dallalluvione, non ha voglia di rispondere e chiude subito la conversazione: «Montino pure le polemiche, tanto non si può fare niente». Ci ha fatto il callo il governatore, dopo il terremoto, alle accuse e alle critiche sulla gestione del territorio, ma cè un oggetivo problema di ambiente da curare e risanare. Poche ore prima al centro della protezione civile di Marzaglia aveva subito interrotto il tecnico dellAipo – lente che si occupa della manuntenzione degli argini – che parlava di 200 chilometri da controllare «Questo argine è stato manutenuto e controllato fino al 5 dicembre scorso e dunque non si può parlare di cattiva manutenzione. E chiaro che bisognerà approfondire le ragioni per cui quanto accaduto è successo». Vade retro responsabilità della Regione, questo è il messaggio del Governatore. Ma le polemiche non mancano e il più veloce a sparare accuse è stato lex grillino Giovanni Favia «Linondazione che ha mandato sottacqua la bassa modenese non è una calamità naturale. E incuria da parte di amministratori e governanti, nel nostro Programma operativo regionale non sono previsti finanziamenti relativi al tema del dissesto idrogeologico- attacca Favia- nonostante il nostro territorio sia tra i più esposti dal punto di vista della sicurezza idrogeologica». E le nutrie? Secondo Favia si tratta di una «ricostruzione a dir poco fantasiosa, visto che chi abita in quella zone racconta di situazioni simili vissute di frequente, con esondazioni più o meno gravi che si ripetono spesso, troppo, quasi ogni anno». Dalla Regione, naturalmente, non hanno gradito queste parole: «Siamo nellemergenza, non è il momento di fare polemiche». Firmato Paola Gazzolo, assessore regionale alla Difesa del suolo. Poi i numeri: «voglio solo informare il consigliere che il Piano triennale 2011-13 ha previsto 314 interventi di messa in sicurezza e manutenzione del territorio, per un totale di 183 milioni di euro tra risorse regionali e statali. Nel bilancio 2014 la Regione «ha stanziato oltre 15 milioni per la sicurezza territoriale di cui più di nove milioni, pari al 60%, destinati alla manutenzione». Allattacco anche il centrodestra con il coordinatore provinciale diForza Italia Enrico Aimi: «Invece di pensare alla tutela dei gamberetti dacqua dolce – missione encomiabile, per carità (sic!!!) – e alle piste ciclabili sugli argini, sarebbe stato meglio intervenire, come abbiamo ripetutamente sostenuto con i nostri consiglieri dagli inizi degli anni 2000, per alzarli e rinforzarli, effettuando nel contempo opere di pulizia e manutenzione dei fossi di scolo e del greto dei fiumi stessi». La richiesta di intervento e investimenti non sono di ieri: «Ci domandiamo a quando risalgono le ultime opere di manutenzione nel punto in cui gli argini hanno ceduto, peraltro ove era presente un fontanazzo: responsabilità solo climatiche o insipienza degli enti preposti? Pur rilevando una serie complessa di concause, anche climatologiche (cè zero termico a 1700 metri; se lo avessimo avuto a mille metri, invece dellacqua nella bassa, avremmo avuto la neve in montagna) non siamo tuttavia in presenza di piogge torrenziali per più giorni o di situazioni eccezionali e non governabili». Servono soldi e progetti: «Manca in realtà un piano organico di interventi e i 30 milioni di euro stanziati dallo Stato per la prevenzione e la tutela idrogeologica da distribuire in tutte le regioni, sono assolutamente insufficienti. Infine si può e si deve fare di più per recuperare i fondi che la Comunità Europea mette a disposizione per la tutela del territorio». Ieri a Marzaglia non erano così le lontane le richieste di Emilio Sabattini, presidente della Provincia, che ha ribadito, ancora una volta la necessità di un piano per la prevenzione del rischio idrogeologico. E lo stesso sindaco Giorgio Pighi ha detto: «bisogna ripensare il sistema didifesa, quello degli argini». Cè qualcosa da cambiare, cè qualcosa che non va. Non ha perso tempo il consigliere Michele Barcaiuolo (Fdi) che ha presentato uninterrogazione dove chiede alla giunta comunale :«da 40 anni aspetta di essere finita un importante opera pubblica quale le casse di espansione del Panaro che nonostante gli oltre 30 milioni di euro spesi e uninaugurazione fatta nel 1998 ad oggi risulta non essere mai stata messa in funzione per mancanza di collaudo». Infine Luca Ghelfi per il Nuovocentrodestra «Lennesimo disastro e qui di fatalità cè poco». nGian Basilio Nieddu