E’ un giovane che aveva lavorato con la vittima

C’è finalmente un indagato nell’inchiesta per il delitto di Walter Trebbi, il gommista di Marano freddato con due colpi di pistola il 7 febbraio 2011 mentre si trovava all’interno della sua auto sotto casa. Dopo oltre due anni di silenzio, arriva un’importante novità nel delicato e intricatissimo caso di omicidio dell’imprenditore 55enne, indefesso lavoratore, padre di famiglia, impegnato in progetti di beneficenza a favore dei bimbi dell’Africa. Sebbene l’ipotesi di reato sia proprio omicidio, l’indagato, un giovane del luogo, è comunque a piede libero. Nessuna misura cautelare dunque, ma è comunque un passaggio importante per un’inchiesta che va avanti decisa, nonostante tutto. Come detto, l’indagato sarebbe un giovane del posto, che avrebbe intrattenuto rapporti di lavoro con Trebbi, socio della Sassi Gomme srl di Vignola. Ad attendere risposte ci sono la moglie, la figlia, il fratello e tutti i parenti: Walter non aveva mai avuti screzi con nessuno, non aveva grossi interessi economici in ballo, e nessuno si spiega i motivi di questa fine orribile. Quando venne trovato senza vita all’interno dell’abitacolo della propria auto, i soccorritori pensarono ad un malore quale causa della morte, complice la scarsissima presenza di sangue a prima vista. Solo il giorno dopo, attraverso un esame esterno del corpo, venne trovato il foro d’entrata del proiettile di piccolo calibro che aveva stroncato la vita al 55enne. Nel montante sinistro dello sportello posteriore dell’auto venne trovato un altro foro. La perizia balistica decreterà che a sparare fu la stessa pistola che uccise Trebbi. Le indagini partirono, ma senza l’ausilio delle prime 24 ore, importantissime in questi casi. L’ultima pista battuta è quella della tentata rapina finita in tragedia, anche se non si capirebbe perché l’assassino non abbia poi portato via portafogli e soldi all’imprenditore. Rimane un mistero, così come il fatto che l’assassino abbia avuto il tempo di esplodere un primo colpo mentre si trovava dalla parte del passeggero, e poi spostarsi e dirigersi verso la portiera del guidatore, dove si trovava la vittima, e sparare a bruciapelo un altro colpo. Senza che nessuno udisse o vedesse qualcosa. La tragedia che ha colpito la famiglia Trebbi ha choccato un intero paese. Non solo i parenti, ma anche i tanti amici, i colleghi di lavoro, i conoscenti: da tutti Walter Trebbi era considerato un uomo perbene, senza ombre. «Non riesco a capacitarmi di chi possa voler male ad una persona come Walter Trebbi» fu la testimonianza ‘a caldo’ di Oreste Germano Miani, presidente dell’associazione ‘Amici di Padre Pini’, onlus attraverso cui il 55enne ucciso effettuava donazioni a favore di progetti in Sierra Leone. «Conoscevo Walter da 20 anni – ricordò con sincera commozione Miani -, lui era originario di Bologna ma venne qui nel modenese a vivere. Un uomo concreto, di poche parole e tanti fatti: non si è mai vantato del bene che faceva. Se l’ho visto triste negli ultimi giorni? No, mai: era una persona solare, con il sorriso tra le labbra». Infine c’erano i soci e colleghi della Sassi Gomme srl, l’attività che Trebbi portava avanti con passione e competenza: «Lo conosco da quattordici anni. Era una bellissima persona, un gran lavoratore – dichiarò uno degli otto soci della ditta -. Pensavamo fosse stato soltanto un malore poi è caduto il mondo». Il resto è la dura realtà: due anni di indagini senza colpi di scena, fino a ieri, quando è spuntata la notizia dell’indagato. nDaniele Franda