Il professor Samorì ha presentato uomini e programmi
Un modo nuovo di fare politica. Rivoluzionario nelle scelte e non solo nelle parole. Ieri a Modena questa rottura con la prassi di altri partiti e movimenti, era evidente nella presentazione dei candidati modenesi, alla Camera e al Senato, del MIR. I Moderati in Rivoluzione, il movimento fondato dallavvocato modenese Gianpiero Samorì, che si candidano alle elezioni politiche senza parlamentari uscenti. «Nonostante in tanti abbiano chiesto di essere candidati con il MIR – ha sottolineato il professor Samorì – abbiamo fatto una scelta diversa e controcorrente». Spazio, invece, alla società civile con i rappresentanti del mondo delle professioni, delle imprese, dellartigianato, delluniversità e della creatività. Volti nuovi, ma preparati e con una forte esperienza nelle amministrazioni locali. A partire dallavvocato Gianpaolo Lenzini, candidato al Senato, che si è fatto valere come sindaco di Pavullo. Esperienza che conta come le competenze in campo medico sanitario del dottor Luca Richeldi, presidente del corso di laurea in Medicina allUniversità di Modena, candidato alla Camera dei Deputati. Ma in lista sono presenti anche Elisabetta Cadossi (avvocato di Carpi), Stefano Scarponi (imprenditore modenese nel settore della ristorazione), Ugo Liberi (architetto e capogruppo del centrodestra a Sassuolo), Flavio Morani (manager e consigliere comunale aSan Prospero), Alessandro Bonacorsi (tatuatore di Soliera), Daniele Verde (piercer di Carpi), Mirella Messori (geometra modenese), Paolo Galli (consulente aziendale nel settore fashion a Carpi) ed Enzo Cacciatore (medico chirurgo di Carpi). Questo il gruppo modenese del Mir che ieri si è presentato ai modenesi. Nomi, curriculum e soprattutto le linee programmatiche principali del movimento: «In questo momento storico di forte crisi è necessario far ripartire subito leconomia attraverso una drastica riduzione del debito pubblico, il ripristino del credito alle imprese e alle famiglie, una riforma fiscale più equa, laumento del potere dacquisto dei ceti medio-bassi per rilanciare i consumi». Questi gli obiettivi più urgenti elencati dal professor Samorì, fondatore del movimento, che ha illustrato le sue proposte per la rinascita del Paese: «Creare una banca pubblica, finanziata dalla Bce, che eroghi credito a tassi accettabili per le famiglie e le imprese; utilizzare le riserve auree e monetarie della Banca dItalia e delle Fondazioni per abbattere il debito pubblico anche attraverso la dismissione di porzioni di patrimonio pubblico; detassare i redditi sotto i 1.500 euro, per un principio morale ma anche economico: se non si sostiene il potere dacquisto dei consumatori, il sistema si blocca». Questa unestrema sintesi del programma che prevede anche un radicale abbattimento dei costi della macchina statale «riduzione del numero dei parlamentari e abolizione delle rendite parassitarie annidate nelle istituzioni dello Stato». Sono spese e sprechi che tolgono risorse agli investimenti necessari per le politiche di sviluppo e alla riforma fiscale necessaria per diminuire la pressione fiscale. Questi alcuni punti di un programma rivoluzionario ma dei moderati che punta ad anticipare e governare i problemi: «Gli altri pensano al 1992/94 e al passato – ha concluso il professor Samorì -, noi al 2100 e al futuro».