Nascerà una newco al 49% di Etihad. Il resto ai patrioti
Questa volta sembra fatta davvero, anche se troppe volte, in questa vicenda, avrete letto le suddette parole. Gabriele Del Torchio e Roberto Colaninno, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Alitalia, voleranno domani ad Abu Dhabi con una proposta concreta per Etihad, il vettore che dovrebbe divenire il nuovo socio forte della compagnia tricolore. Entro pochi giorni, dovrebbe quindi essere messo nero su bianco il tanto sospirato ingresso. La soluzione trovata in extremis, peraltro, è non dissimile da quella con cui la «cordata dei patrioti» rilevò Alitalia nel 2008. La bozza di accordo è stata anticipata ieri mattina da il Messaggero. Secondo il quotidiano romano, sarà creata una newco, 51% in mano a Cai e 49% in quota Etihad, che darà vita a quella che si potrebbe chiamare Alihad. Per fornire sprint finanziario alla nuova società è in programma un sostanzioso aumento di capitale che sarà sostenuto, oltre che dagli emiratini per circa 560 milioni di euro, dai soci italiani per 200 milioni. I patrioti potranno così fare fronte anche alle maggiori perdite previste per il 2014. Nella bad company finiranno invece la maggioranza dei debiti bancari, una buona fetta degli esuberi, che riguardano circa 3mila dipendenti e i rischi finanziari legati ai contenziosi legali e fiscali aperti. I soci industriali tricolori, tra cui le recentemente entrate Poste Italiane, e le banche azioniste si sono appunto date tempo fino a domani per perfezionare lintesa. Poi Del Torchio e Colaninno dovrebbero partire per il Golfo Persico. Al fondo, resta il dubbio che il salvataggio possa ancora ricadere, in qualche modo, sulle spalle dei contribuenti. Un dubbio che sarebbe da scacciare al più presto.