Pecoraro legge la sfida annunciata tra due ‘cugini’

SASSUOLO-FIORANO – La sfida tra Sassuolo e Fiorano si sta facendo sempre più evidente in vista dell’appuntamento elettorale 2014, con il sindaco della seconda, Claudio Pistoni, dato in corsa per la prima come sfidante di Luca Caselli. La questione della riqualificazione dell’ex Cisa Cerdisa è stato il primo elemento di confronto a distanza, l’ultimo il titolo di ‘Città’ attribuito a Fiorano. Ne parlavamo giusto mercoledì, non a caso sotto il titolo ‘Così vicini, così lontani’. Che è stato spunto per un’interessante riflessione sui due ambiti da parte di Alessio Pecoraro (ex segretario Pd, ora coordinatore regionale giovani Api) sul suo blog (www.alessiopecoraro.it). «Il titolo giusto – scrive – lo ha fatto Modena Qui: ‘Così vicini, così lontani’. Già, perché oggi Sassuolo e Fiorano, comuni confinanti da sembrare quasi un’unica realtà, appaiono davvero lontani. Il primo da capitale mondiale dell’industria ceramica e città d’arte, si ritrova a fare i conti con una crisi occupazionale senza precedenti, dovuta certamente all’effetto domino della crisi globale, ma anche, purtroppo, ad un susseguirsi di cattive amministrazioni e ad un pressapochismo di chi le ceramiche le ha gestite. Triste da ammettere ma è così. Sassuolo è riuscita a trasformarsi da oasi felice a città con poche opportunità. Politica e impresa non hanno saputo gestire la miniera d’oro su cui si trovavano; nessuna politica energetica innovativa, nessun incentivo a fare nuova impresa da una parte, nessuna voglia di adeguarsi ai tempi del mercato folle, soprattutto asiatico, dall’altra. Col tempo, anche l’attività culturale è andata via via scemando, riducendosi ad un triste ‘minimo sindacale’. Senza un cinema, anche se non mancano gli annunci di fantomatiche riaperture, senza un trasporto pubblico adeguato (addirittura inesistente nei weekend), con un teatro che fatica e i giovani che guardano altrove. Sassuolo è sempre più relegata a dormitorio. La metafora migliore è la squadra di calcio, che sta portando il nome della nostra città verso il calcio che conta ma lo fa lontano da qui, a Modena». Poi c’è l’altro fronte: «Fiorano, dove le pretese sono certamente più basse, ha sempre vissuto più sottotono rispetto alla più florida Sassuolo. E’ un po’ come dire: ‘se il Milan arriva quinto in campionato è una fallimento, se ci arriva il Chievo si parla di miracolo sportivo’. Però ci sono il cinema, un teatro, il centro giovani, e oggi è proprio qui che si concentra il grosso dell’attività produttiva della ceramica ed anche un museo che ne ripercorre la storia. E non è poco. Con il riconoscimento di ‘Città’, Fiorano (domani alle 18 la cerimonia, ndr), raccoglie oggi il frutto di tanti anni di buona amministrazione». «E’ ingiusto addebitare le colpe della recessione di Sassuolo a Caselli – riprende Pecoraro – sindaco appassionato ed innamorato della nostra città; le ‘colpe’ iniziano infatti molto prima. E’ altrettanto evidente, però, che i sassolesi hanno scelto un sindaco giovane e del partito opposto a quello che aveva governato gli ultimi sessant’anni, proprio per cambiare rotta… Ma il cambio di rotta, purtroppo, non c’è stato. Caselli, votato in modo trasversale in nome del cambiamento, non ha saputo (…voluto?) trasformare quell’importante credito di fiducia bipartisan ricevuto in azione amministrativa innovativa. Ha scelto solo gli uomini del suo partito per governare gli anni più difficili di una città complessa e ben presto all’unico assessore senza tessera di partito è stato dato il benservito, per saldare la maggioranza. E così, mentre a Sassuolo troppe prime donne non riescono a giocare bene insieme, i nostri ‘cugini’ collaborano insieme per dare la palla a quello che considerano l’unico fuoriclasse: il sindaco».