“A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…”. Dallo scorso 8 marzo e fino al prossimo 14 luglio anche il cuore di Modena ripropone mille fiabe in versione figurina a chi abbia ancora nelle orecchie i piacevoli ritornelli dell’infanzia e a chi li voglia far conoscere alle generazioni dei più piccoli o dei più giovani. Presso il Museo della Figurina con sede in Palazzo Santa Margherita (lo stesso edificio di corso Canalgrande dove si trovano la Biblioteca Delfini e la Galleria Civica) è in corso una rassegna di immagini tra il favoloso, il fatato e, naturalmente, il fiabesco, ovvero la mostra Cammina Cammina… Fiabe d’Europa in figurina, curata dall’associazione culturale Hamelin, realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e inserita nel progetto “Il ratto d’Europa” elaborato da Emilia Romagna Teatro Fondazione e al quale hanno già aderito per le iniziative aperte al pubblico altre importanti istituzioni culturali modenesi come l’Archivio di Stato. Per la pubblicazione del catalogo, data la bellezza delle immagini riprodotte, è stato scelto l’editore locale per eccellenza, Franco Cosimo Panini, che nei suoi prestigiosi volumi ha dato tanto e adeguato risalto alle bellezze artistiche della nostra città, dalle pietre della cattedrale alle miniature dei codici della Biblioteca Estense passando per altri mille capolavori. L’incontro tra fiaba e figurina produce in questa mostra un risultato efficacissimo a livello narrativo. Mentre la fiaba, infatti, «si presta a essere raffigurata in un numero esiguo di immagini, o addirittura in una sola, la figurina, ora rassicurante ora terrifica, diventa una sorta di concentrato visivo capace di illustrare le scene chiave del racconto», permettendo così al visitatore di cogliere non solo le caratteristiche ripetizioni della struttura fiabesca, ma anche i fondamenti archetipici della favola che si sono poi diffusi attraverso tutto il continente e hanno dato origine a un linguaggio comune. Il titolo Cammina cammina… intende rendere un preciso omaggio a questo percorso allargato e condiviso al punto che la fiaba può essere considerata «una delle radici della cultura europea», uno straordinario strumento di scambio, di trasformazione, di comunicazione e di affermazione identitaria, il veicolo che dinanzi al focolare della sera, o durante le lunghe ore dei lavori manuali, riuniva in passato schiere affascinate di adulti, non solo di bambini, che riflettendo sul senso più recondito della fiaba riflettevano sul significato stesso dell’esistenza umana. Cinque le sezioni tematiche in cui si articola la mostra, ricca di oltre trecento pezzi tra figurine, materiali affini, video e filmati tutti conservati nel Museo modenese: “Il racconto”, ovvero la fortunata circolazione orale della fiaba precedente alla stesura scritta (lo stesso destino che ebbero nella Grecia antica i poemi omerici raccontati a memoria dagli aedi); “I luoghi”, quegli spazi della natura che tornano nella fiaba come spazi simbolici delle tappe della vita; “Le cose”, quegli oggetti ora fatati ora stregati (la scarpetta di cristallo, il fuso avvelenato, lo specchio magico, …) che nella favola «si fanno emblemi del difficile rapporto tra l’uomo e il mondo esterno, nonché dell’illusione di poter controllare il futuro»; “Il destino”, il tocco ora della fortuna ora della sfortuna che tuttavia non esime i protagonisti dalla scelta tra bene e male; infine, “Le riletture”, una sezione dedicata alle parodie, alle rivisitazioni e ai rifacimenti di intrecci e personaggi. E in mezzo a streghe, regine malvagie, cacciatori inteneriti, nanetti simpatici, lupi affamati, nonnine più o meno ingenue e innocenti, draghi dalla lingua infuocata e principesse addormentate, le fate, le incantevoli fate di ogni storia, si sono ritagliate uno spazio speciale: nell’Angolo del Cantastorie è infatti possibile fermarsi ad ascoltare le loro fiabe più belle. L’ingresso alla mostra è gratuito. Gli orari di accesso sono i seguenti: dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18; il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 19. Per ulteriori informazioni sono disponibili i recapiti del Museo della Figurina, 059 2033090 e 2032919.