Il Mondiale è finito e in fondo è lecito ammettere che di più, a Fernando Alonso, non si poteva chiedere. Non ha vinto il titolo, rimandando ancora una volta sogni, speranze e obiettivi, ma ha ottenuto un secondo posto nella classifica piloti che ha del miracoloso, considerando la scarsa competitività mostrata dalla Ferrari soprattutto nella seconda parte della stagione, E intanto a Maranello, pur giurando di avere sempre e comunque fiducia in lui, hanno deciso di affiancargli per lanno prossimo Kimi Raikkonen, un fuoriclasse che alla Rossa potrà solo fare bene ma per Alonso difficilmente sarà solo un fedele scudiero come è stato Felipe Massa. Così, in settimana ecco la bomba di Ecclestone: «Alonso ha mollato, voleva andarsene, mi ha deluso», ha detto il patron della Formula 1. Parole francamente fuori posto, critiche e polemiche di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno. Fernando per primo. Ecco, allora, che Alonso ha trovato conforto a Madrid, nella sua Spagna, dove martedì ha aperto al pubblico la mostra Fernando Alonso collection, che celebra la carriera del pilota asturiano e, nel contempo, serve allo stesso Fernando per narcotizzare i postumi di una stagione difficile e chiusa appunto con un attacco, quello ecclestoniano, piuttosto ingrato. Di fronte ai cimeli della sua storia a 300 allora (ma anche meno, perché in effetti si parte dal primo kart per arrivare sino alla amata Ferrari), Fernando ha messo da parte polemiche e dubbi, nel mito di sé stesso. Dopo tutto, è il miglior pilota spagnolo di tutti i tempi e può permettersi il lusso di una mostra che non mancherà di affascinare gli appassionati di Formula 1 che passeranno per Madrid sino al prossimo 4 maggio 2014, data di chiusura dellesposizione. Alla quale manca, per la verità, il trofeo più cercato, quello che ancora non è arrivato alla guida della Ferrari, appunto. Ma cè tempo, alla faccia delle parole di Ecclestone e dei suoi dubbi. Del resto, il prossimo maggio il nuovo campionato sarà già in corso, e chissà che Alonso, allora, non abbia arricchito in qualche modo il proprio palmares per quanto riguarda i singoli Gran Premi. Perché lobiettivo è sempre quello, uno e unico.
