La pazza stagione – climatica ed agonistica – ci ha tradizionalmente regalato la ‘Classica delle foglie morte’, il Giro di Lombardia, come gara conclusiva dell’anno sia in condizioni primaverili (il 15 ottobre 2011 quando vinse il carneade svizzero Zaugg c’erano 25 gradi) che invernali (dodici mesi fa ‘Purito’ Rodriguez trionfò con una decina scarsa di gradi e sotto il diluvio universale), ma proprio dall’anno scorso il Giro dell’Emilia apre il finale del calendario nazionale, seguito da Trofeo Beghelli e Coppa Placci. Così se il Giro di Lombardia – ultima gara World Tour e da sempre classica monumento – fra due giorni sarà la rivincita del Mondiale di Firenze, sabato 12 ottobre la 96esima edizione del Giro dell’Emilia, che scatterà da Modena in Piazza Roma con il solito arrivo a Bologna sulla severa rampa che porta al Santuario di San Luca dopo 200 km tondi, sarà la rivincita della rivincita ora che, a partire dal 2005, fa parte dell’Europe Tour ed è classificata ‘1.HC’, ovvero gara dello stesso livello della Freccia del Brabante, Tre Valli Varesine o Milano-Torino, giusto per citarne alcune famose. Gare che, vincendole, possono dare un senso ad una stagione e portare comunque punti preziosi UCI alle varie formazioni, gare che ovviamente richiamano interesse e un bel lotto di partecipanti ai nastri di partenza: del resto da Ganna a Girardengo, da Coppi a Bartali, da Motta a Moser, da Merckx (primo straniero a vincerlo) a De Vlaeminck, da Cassani e Bugno a Bartoli e Ullrich fino al recente back to back colombiano firmato da Betancur e Quintana, l’albo d’oro del Giro dell’Emilia, con i relativi piazzati, parla chiaro. La partenza della corsa organizzata dal Gs Emilia, torna nella nostra provincia dopo quattro anni, quando da Sassuolo partì l’edizione numero 92, quella del Centenario (la prima infatti si disputò nel 1909 e la conquistò l’allora 26enne milanese Eberardo Pavesi, che tre anni più tardi avrebbe vinto il Giro d’Italia con l’Atala nell’unico anno in cui si è corso per squadre di club) che andò allo scalatore olandese della Rabobank Robert Gesink, che riuscì a fare bis anche l’anno dopo. Allora si corsero circa 60 km in terra modenese facendo due giri di un circuito tra Sassuolo e Fiorano (da cui si partì nel 2008) prima di dirigersi verso Vignola e Savignano sul Panaro e fare poi rotta nel Bolognese laddove la classica emiliana entra nel vivo, mentre quest’anno la carovana compirà solo 10 km, dal centro di Modena fino a Castelfranco Emilia, dove sarà posto il primo dei quattro traguardi volanti di giornata. La nostra città fra 10 giorni tornerà ad ospitare il grande ciclismo dopo la partenza della quinta tappa del Giro d’Italia dell’anno scorso (la Modena-Fano di 209 km) facendo le prove generali per il 2014: infatti la prossima corsa rosa farà tappa da noi per due giorni arrivando dalla Romagna sul nostro Appennino, al Passo del Lupo, sopra Sestola alle pendici del Cimone e ripartire l’indomani con la Modena-Salsomaggiore, ricalcando la frazione del Giro Donne 2012. Tutto è ancora da riconfermare ufficialmente ma manca davvero poco perché questa domenica, subito dopo la ‘Classica delle foglie morte’ e prima della… rivincita della rivincita, verrà svelato il nuovo Giro d’Italia e a quel punto Modena e provincia saprà che giorni di ciclismo la attende. nSimone Carpanini