Claudio Lugli de Il Filo: «Chi svende al 60% abitua male la clientela e altera il mercato»

La corsa all’acquisto non c’è. Ma sarebbe sbagliato parlare di flop. I saldi hanno preso il via da una decina di giorni e il primo bilancio degli esercenti sotto la Ghirlandina è positivo a metà. Gli affari stanno andando sicuramente meglio dell’anno scorso, ma il boom è un miraggio. Va rammentato come dodici mesi fu determinante, ad azzoppare vendite e acquisti, l’effetto terremoto che frenò molti modenesi nel recarsi in centro storico. «Rispetto alla scorsa estate siamo sicuramenti più contenti. Quest’anno la paura delle scosse non c’è più e la gente in giro non manca», dice convinto uno dei proprietari di Pietri Sport. Più contenuto l’entusiasmo di Elisabetta Losi, responsabile di Elena Mirò: «Speravamo un po’ meglio. Di acquisti i modenesi ne fanno ma l’attesa era più alta. Per quanto mi riguarda il calo è di almeno il 20% rispetto allo scorso anno. Confidiamo nei prossimi giorni per una ripresa». Nei primi due week-end di sconti il via vai nei negozi affacciati via Emilia centro è stato discreto. Certamente, mai come questa stagione, gli esercenti propongono ribassi anche oltre il 50%, segno della grande mole di giacenze rimaste in magazzino e della chiara strategia di voler richiamare un alto flusso di clientela con offerte mai viste. Del resto, i guadagni latitano e avere i negozi pieni può fare bene, oltre che agli incassi, anche al morale di una categoria per cui nemmeno più i saldi sono una garanzia di successo. Via Emilia, via Farini, via Taglio, via Castellaro, corso Duomo, gli sconti in questi angoli dello shopping per eccellenza possono arrivare anche sino al 60%. Ma proprio queste svendite aggressive possono innescare un effetto boomerang su tutta la categoria. A confermare questa tesi sono i due commercianti appena intervenuti: «Non so chi possa permettersi sconti anche del 60%. Il negoziante lavora sotto costo e i clienti si abituano ad acquistare soltanto con offerte incredibili». Della stessa idea anche Claudio Lugli, titolare de Il Filo: «Io faccio il 20% di sconto, di più non posso perché altrimenti chiuderei. Non capisco altri esercenti come possano proporre dei tagli anche del 70%. Si può fare un anno se hai la certezza che il successivo dopo andrà meglio, ma resistere in questo modo per più tempo porta inevitabilmente alla chisura». Critica anche la signora Vania, titolare del negozio Hombre in corso Duomo: «Andrà a finire che i modenesi si aspetteranno sconti del genere dappertutto e gli esercenti che non potranno permetterseli faranno brutta figura». Propende per una scontistica graduale Barbara Ferrari, proprietaria dell’omonimo negozio di scarpe in via Taglio «I saldi stanno andando moderatamente bene. Sono iniziati da una settimana ei clienti si stanno guardando intorno per individuare le offerte migliori. Sicuramente i concorrenti che iniziano subito con ribassi elevati penalizzano gli altri. Se si tratta di capi nuovi io inizio con un ribasso piccolo e poi aumento mano a mano che passano le settimane». Tra meno di un anno la geografia di via Emilia centro cambierà volto con l’arrivo di due marchi d’abbigliamento globali come Zara e H&M. Inevitabile chiedere un parere ai futuri competitor. «Secondo me in più aprono meglio è. – sottolinea ancora la signora Ferrari – Parliamo di due brand conosciuti in tuttutto il mondo e amati soprattutto dai giovanissimi. L’apertura di queste due catene può solo che fare bene al centro storico». Che il cuore pulsante della città abbia bisogno di un’iniezione di fiducia lo dimostra l’addio recente di un marchio di largo consumo come Oviesse. Lo store su due piani in via Emilia ha chiuso i battenti sabato scorso e i locali sono già stati completamente svuotati dai dipendenti. (vi.ma)