Il rinvio non è di tre anni: tra 12 mesi siamo daccapo

La proroga sui mutui tasse è arrivata, ma i toni da conquista vengono subito ridimensionati alla scoperta dell’amaro “vero”: non è passato il rinvio a tre anni, ma solo quello “di consolazione” a uno che tra 12 mesi costringerà a un’altra battaglia. L’ammissione viene dagli stessi parlamentari Pd Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari, che venerdì scorso avevano salutato con soddisfazione l’inclusione del provvedimento tanto atteso nel Milleproroghe: «La formulazione finale del provvedimento – osservano – non è quella per cui, con pervicacia e determinazione, i parlamentari Pd avevano lavorato in questi mesi». La dilazione fiscale per le imprese e i cittadini delle aree del cratere sismico è legge, visto che la norma è stata inserita nel decreto legge n° 150 del 30 dicembre 2013 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo stesso giorno. «La dilazione ottenuta, però – continuano – non è di tre anni come recitava l’emendamento che, grazie all’impegno dei parlamentari Pd e del commissario Errani, si era riusciti a inserire nel decreto Enti locali, ma di un anno, rientrando nel più generale richiamo del presidente Napolitano al rispetto della prassi legislativa che per le proroghe è in genere appunto annuale». L’art. 2 comma 8 del decreto recita infatti testualmente: «La restituzione del debito per quota capitale al 1º gennaio 2014, comprensivo della rata non corrisposta alla scadenza del 31 dicembre 2013 ai sensi dell’ultimo periodo del presente comma, è prorogata di un anno rispetto alla durata massima originariamente prevista, assicurando la compatibilità con la normativa europea sotto il profilo di sovracompensazioni di danni, tenuto conto anche degli indennizzi assicurativi, nonché previa modifica dei contratti di finanziamento e connessa rimodulazione dei piani di ammortamento, con conseguente adeguamento delle convenzioni in essere da parte di Cassa depositi e prestiti Spa e Associazione bancaria italiana . La rata per capitale e interessi in scadenza il 31 dicembre 2013 è corrisposta unitamente al piano di rimborso dei finanziamenti rimodulati ai sensi del presente comma». «Era un obiettivo molto atteso – commentano Ghizzoni e Vaccari – a forte impatto sociale: pensavamo di averlo raggiunto dopo l’approvazione al Senato dell’emendamento nel decreto, ma la scelta di non convertirlo in legge ci ha riportato al punto di partenza. Fino all’ultimo avevamo sperato che il termine di tre anni, rispettoso delle esigenze dei territori colpiti dal sisma, potesse essere mantenuto, ma l’assalto alla diligenza a cui abbiamo assistito nella fase di conversione del decreto Enti locali, stigmatizzato anche dal presidente Napolitano, aveva finito per mettere a rischio anche quei provvedimenti, come il nostro, che venivano incontro alle sacrosante esigenze dell’area colpita dal terremoto». Si sa che è meglio poco che niente, ma l’amarezza c’è tutta. Da parte loro, i parlamentari assicurano che «rimane inalterata la nostra determinazione nel cercare di inserire un’ulteriore dilazione nei prossimi provvedimenti utili, insieme all’approvazione delle altre norme che il territorio ancora attende».