I vertici di Lapam incontrano Benatti chiedendo unazione comune di sollecito «per una vera ripresa»
MIRANDOLA – Ha voluto un incontro con il sindaco Maino Benatti Lapam Confartigianato, a seguito dellintervista prenatalizia che aveva rilasciato alla stampa nazionale parlando di una situazione in netto miglioramento con il 90% di imprese ormai già ripartito. Uscita parsa ad alcuni troppo ottimistica, portando nei giorni scorsi alle bacchettate di Gilberto Luppi, presidente di Lapam Area Nord. Lassociazione ha tenuto a chiarire il quadro con la visita di una delegazione composta dal presidente Munari e dal segretario Rossi, dai rispettivi dellArea Nord Luppi e Fabbri, nonché dal responsabile sindacale Belluzzi. Dallaltra parte, oltre a Benatti, lassessore alle attività produttive Roberto Ganzerli. Lapam, limitando le osservazioni alle imprese (senza dimenticare che gli imprenditori sono anche cittadini residenti), ha messo sul tavolo alcune idee e proposte. Pur condividendo il bisogno di evidenziare gli aspetti positivi del lavoro svolto fino ad oggi dagli enti locali, ha rimarcato che la stragrande maggioranza delle imprese che sono ripartite, lo hanno fatto in condizioni di estrema difficoltà pagando un prezzo elevato in termini di costi, di esposizione finanziaria e di disagio logistico. «Certo non è nella nostra natura stare fermi – ha sottolineato – e non ce lo potevamo neanche permettere, ma non dimentichiamo che il terremoto è un evento straordinario e come tale va trattato, consapevoli che i problemi non sono alle nostre spalle e la situazione reale è fortemente critica in tutti i settori. I fondi stanziati sono a disposizione da poco, ed è chiaro che per arrivare ad avere ciò che ci spetta occorrerà lottare contro il tempo e gli ostacoli che si frappongono tra le imprese e il tanto atteso contributo». Insomma, se è giusto nutrire legittima soddisfazione per leccezionale lavoro fatto, resta tutta la consapevolezza di una lunga salita. Altro tema dellincontro infatti, il pagamento delle imposte e laccesso al finanziamento per la loro dilazione. «Non è vero, come si sente dire – ha evidenziato la delegazione – che le domande sono state relativamente poche perché le imprese non ne avevano bisogno». Che è un punto fondamentale, perché pensando questo si rilancia lassunto che tanto gli emiliani sono bravi e possono fare da soli. «La verità – ha tenuto a ribadire Lapam – è che gli strumenti operativi, le tempistiche e le condizioni per accedere ai finanziamenti erano incerte, tardive e molto penalizzanti. In questo momento, ed il tempo passa, è legge la dilazione per danni economici, frutto di una battaglia comune, ma tutto è ancora fermo in attesa di decreto attuativo». Burocrazia insomma, in cui si rischia di perdere quanto di buono è stato fatto. Di qui la necessità di tenere alta la guardia e di sollecitare in primis il commissario Errani a tempi rapidi di ricostruzione, obiettivo su cui alla fine si è riscontrata piena unità dintenti.