Rispunta il vecchio gestore insieme a un socio Si tratta, ma l’ultima parola spetta alla proprietà

SASSUOLO – Eppure qualcosa si muove. Fosse la proiezione di un film, forse non saremmo neppure ai trailer, ma qualcosa dietro le quinte si sta muovendo. Riportare una sala cinematografica a Sassuolo, e probabilmente proprio quella del San Francesco, non è una cosa poi così impossibile. Il vecchio gestore, Franco Canale della Bottega dell’arte, è tornato a farsi avanti presentando attraverso un suo socio una nuova proposta al Comune. «Stiamo aspettando una risposta da parte del sindaco o dell’assessore» ci ha aggiunto telefonicamente. Tutto probabilmente dipende però dall’offerta di acquisizione che l’amministrazione ha fatto ai Frati cappuccini di Parma per i locali dell’ex cinema San Francesco e della palestra. L’operazione non sarà indolore, ma richiederà un canone annuo che supera i 40mila euro, cifra attraverso la quale il Comune conta di acquisire l’intero immobile per un valore totale che potrebbe aggirarsi intorno ai 600mila euro. La trattativa è ancora in corso e, benché sia stata già discussa anche in commissione, è ancora lontana dalla conclusione. Il budget dovrebbe comunque trovare la propria copertura nel prossimo bilancio di previsione che verrà stilato probabilmente a marzo dopo le elezioni politiche quando il quadro fiscale sarà un po’ più delineato. Una strada, quella percorsa dall’amministrazione, che ha già raccolto voci critiche dal mondo della politica. Maria Cristina Vandelli, ex Pd ora coordinatrice Api, pur riconoscendo lo sforzo per riaprire la sala ha espresso le proprie perplessità sul perché per farlo sia necessario acquistare due immobili, tra l’altro decentrati, come l’ex cinema e la palestra attigua». Acquisto e ristrutturazione, oltre a richiedere molto tempo richiederà anche un importante sforzo economico. L’operazione però, pur puntando all’acquisizione, prevede comunque la cessione della gestione a un soggetto esterno. E qui torna in gioco la proposta di Franco Canale e del suo socio. Prima di procedere all’apertura sarà però necessario restaurare e ammodernare gli interi locali. In questo contesto si inserisce quindi la proposta ponte, già precedentemente indicata dallo stesso assessore alla Cultura Corrado che vede nel teatro Carani una valida alternativa. «Si lavora anche per ipotizzare proiezioni di film in altre sale della città, alcune private e altre di proprietà pubblica – ha spiegato Corrado -. Non ci si ferma nemmeno davanti al sogno che il fascio luminoso possa nuovamente attraversare la splendida sala del Teatro Carani – aggiunge -, ma ovviamente tutto questo necessita di considerazioni, conti, e proposte». Insomma tutte le ipotesi restano aperte, compreso quella, ben più futuribile, che riguarda il multisala da realizzare nella zona dell’ex Cisa Cerdisa. Questa opzione però richiederà ancora diversi anni, quindi si preferisce dare la precedenza a soluzioni più rapide. La partita non è facile, ma la sensazione è che il Comune la voglia chiudere entro la fine del proprio mandato.