L’occupazione straniera è triplicata negli ultimi 8 anni

Negli ultimi otto anni l’occupazione straniera a Modena è triplicata. A dirlo è il dossier statistico immigrazione Caritas-Migrantes, arrivato alla sua ventiduesima edizione e sempre un punto di riferimento per chi si occupa di diversi aspetti – culturali, religiosi, sociali, economici – legati all’immigrazione. Il dossier 2012 è stato presentato ieri alla Camera di Commercio nel corso di un’iniziativa organizzata da Cna, Caritas, Centro L. Ferrari e l’associazione Servizi per il Volontariato. Un volume ricco di numeri che offre una fotografia dell’immigrazione in Italia e nei suoi diversi territori. «Ma in una fotografia è necessario cogliere i volti, le storie», ha sottolineato Don Federico Pigoni, vicario pastorale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, che ha ringraziato tutti quegli attori che favoriscono, a diverso titolo, l’appartenenza dei cittadini stranieri alla nostra comunità. A presentare il dossier è toccato a Franco Pittau, tra i curatori dell’indagine, che ha posto l’accento sui numeri forse meno conosciuti del fenomeno immigrazione «con il quale – ha detto Pittau – il nostro Paese deve fare i conti più di quanto stiamo facendo». Scorrendo le pagine dell’indagine ci si accorge così che il contributo dato dai lavoratori stranieri è ormai determinante in campo previdenziale, che il 4,1% di imprenditori stranieri potrebbe in poco tempo raddoppiare il numero dei propri dipendenti, attualmente 500mila, se adeguatamente sostenuto. Ancora, che i lavoratori stranieri hanno il 30% di possibilità in più, rispetto ai colleghi italiani, di essere licenziati, che nel 40% dei casi sono utilizzati al di sotto delle loro qualifiche professionali e che anche per questo sono pagati meno (un quarto, in media) dei lavoratori locali. «Notazioni delle quali occorre tenere conto – ha rilevato Pittau – perché se tra cinquant’anni i cittadini stranieri saranno circa un quarto della popolazione italiana, è necessario avere la consapevolezza che l’immigrazione sarà una cifra importante della nostra società». I processi migratori non sono, insomma, un temporale da cui ripararsi perché passi, ma un fenomeno duraturo, in grado di condizionare non solo il nostro Paese, ma anche quelli di provenienza, visto che l’Italia è la quinta nazione per provviste finanziarie all’estero. In tema di integrazione il nostro territorio si dimostra in ogni caso tra quelli più all’avanguardia. «Modena, al pari delle altre province emiliane, da questo punto di vista anticipa il futuro – ha commentato Pittau – e non è casuale che queste terre, dove dal 2002 al 2010 l’occupazione straniera è triplicata, siano ai vertici delle classifiche per indici di integrazione elaborate dal Cnel». Anche il presidente della Camera di Commercio, Maurizio Torreggiani, ha evidenziato il contributo dato dall’imprenditoria straniera all’economia modenese, con valori al di sopra di quelli nazionali, ribadendo la necessità di andare al di là dei numeri. «Del resto – ha detto Torreggiani – dietro alle motivazioni economiche che spiegano quasi sempre i processi migratori c’è un desiderio di emancipazione sociale che va affrontata con politiche integrate e che devono fare il paio con la nostra disponibilità ad accettare questo fenomeno. Un processo nel quale le scuole e le imprese svolgono un ruolo decisivo quali vere e proprie palestre di integrazione». Un tema, quello dell’integrazione, sul quale si sono soffermati anche gli altri relatori tra i quali Fosco Corradini, responsabile delle Politiche per l’integrazione di Cna Nazionale, dell’assessore alle politiche sociali Francesca Maletti, di Giuseppina Caselli, direttrice della Caritas di Modena, e del Sottosegretario del Ministero del Lavoro Maria Cecilia Guerra, che ha concluso i lavori di una giornata che, grazie ad alcuni video, ha dimostrato anche come l’imprenditoria straniera possa rappresentare uno strumento per salvaguardare professionalità e tradizioni tutte nostrane rilevando attività economiche che altrimenti avrebbero corso il rischio di scomparire, rappresentando così una risposta al tema del passaggio generazionale d’impresa.