A due anni dalla paura la natalità è aumentata
La Bassa è davvero destinata a spopolarsi dopo la catastrofe dellanno scorso? Non soltanto per un fattore di abbandono del territorio ma anche per uno, forse ancora più preoccupante, di natalità, con coppie condizionate nel tempo dalla paura? La domanda molto interessante, e non solo dal punto di vista scientifico, è stata posta in un incontro medico organizzato nei giorni scorsi nella Bassa che ha visto la partecipazione anche dei medici di famiglia dellAquila che hanno portato i dati registrati sul loro territorio a quattro anni dalla paura, mentre qui ci si avvia a celebrarne il primo. E la risposta che arriva dallesperienza, per quanto ogni realtà sia peculiare, apre a motivi d speranza. «Negli uomini esposti allo stress acuto provocato dal terremoto – spiega Nunzio Borelli, medico di famiglia e presidente di Medibase Area Nord – si è documentata unimportante riduzione della motilità degli spermatozoi un mese dopo il sisma, ma gli studi internazionali dicono che a due anni da catastrofi come terremoti e uragani, torna ad esserci un aumento della natalità. Abbiamo riscontrato che i dati del capoluogo abruzzese vanno in questa direzione e ciò fa ben sperare per la nostra realtà locale». Dunque nel domani della Bassa può davvero esserci un ritorno alla vita nel suo significato letterale e più profondo. Ma purtroppo le stesse ricerche danno anche motivi di preoccupazione su un altro fronte medico. «Potrebbe riscontrarsi – continua Borelli – un aumento di incidenza di patologie neoplastiche, e questo deve portarci nei prossimi anni a potenziare lassistenza ai malati di tumore. Dal 1995 i medici di famiglia, in collaborazione con lAusl, si stanno aggiornando sulle cure palliative, in particolare sulla palliazione a domicilio del paziente in collaborazione con il Servizio Infermieristico Domiciliare: è un tema delicato ma molto sentito dalla popolazione. Il terremoto, è cosa nota, ha aumentato la fragilità delle persone e questo è tanto più vero per i malati e famigliari dei pazienti dementi e oncologici. Quando la famiglia esprime la propria fragilità, e il terremoto ci ha messo del suo, il bisogno del territorio è quello di poter avere un luogo che possa ospitare questi pazienti con i famigliari, ricostruire cioè la propria casa in un luogo di cura: lHospice Territoriale. Una realtà come la Casa della Madonna dellUliveto di Montericco di Albinea (Re), che servirebbe tanto alla Bassa».