I 3 erano prigionieri dal 23 dicembre scorso. Assaltati mentre il loro rimorchiatore era diretto a Port Harcourt

I tre marinai italiani rapiti in Nigeria lo scorso 23 dicembre «sono liberi e faranno presto rientro in Italia»: lo ha annunciato ieri il ministro degli Esteri Giulio Terzi, secondo quanto si apprende da una nota della Farnesina. I tre italiani erano stati sequestrati al largo delle coste della Nigeria, mentre il rimorchiatore Asso21 su cui erano imbarcati si dirigeva a Port Harcourt. «Non è stato pagato alcun riscatto». A rivelarlo è l’armatore della compagnia Augusta Offshore, Mario Mattioli, incontrando i giornalisti a Napoli. «Come ha dichiarato la Farnesina i marittimi sono stati rilasciati dopo un’intesa attività diplomatica. Non sappiamo – ha ricostruito Mattioli – se ci siano state richieste particolari da parte dei rapitori. C’è stata ampia collaborazione per il blitz gestito in maniera magistrale dall’Unità di crisi della Farnesina che ha provveduto alla parte logistica». L’armatore ha poi sottolineato come il ministro Terzi sia «sempre stato in stretto contatto con le autorità nigeriane». E come, in questi 16 giorni, l’Augusta Offshore abbia tenuto «contatti frequenti con la Farnesina e con le famiglie dei rapiti». «Era una cosa importante – ha spiegato Mattioli – dare il sostegno e la vicinanza della società ai parenti dei nostri marittimi. Se vorranno, organizzeremo il viaggio fino a Roma per i familiari che vorranno riabbracciare, già nel pomeriggio, i propri cari». In queste oltre due settimane in cui i marittimi sono stati ostaggio dei pirati è stato «mantenuto uno stretto riserbo e – ha evidenziato Mattioli – probabilmente questo è stato uno dei fattori di successo. Non abbiamo mai avuto alcun contatto con l’equipaggio perché erano stati requisiti i telefoni e non avevamo la possibilità di contattare nessuno». Il rimorchiatore Asso21 della società armatrice Augusta Offshore di Napoli quando fu sequestrato da sette pirati stava percorrendo una rotta inusuale a largo delle coste della Nigeria. A fornire i dettagli è ancora l’armatore Mario Mattioli. Asso21 serve gli impianti petroliferi che lavorano nelle acque africane facendo sponda con la terraferma, ma lo scorso 23 dicembre stava navigando ad una distanza dalla costa maggiore rispetto alle rotte abituali. «I servizi di security della compagnia petrolifera, che nel caso dei rimorchiatori sono i responsabili della sicurezza, ci avevano assicurato – ha spiegato Mattioli – che la rotta era sicura. Lavoriamo in Nigeria dal 2006 e, in effetti, non era mai accaduto un episodio di questo tipo». Mattioli, anche in qualità di presidente di Assorimorchiatori, ha però evidenziato che occorrerà affrontare «il tema del rafforzamento delle condizioni di sicurezza». «C’è stata, con molta probabilità, un’evoluzione dal punto di vista delle rotte battute dalla pirateria locale. Nel nostro caso può essere stata una causalità oppure una strategia mirata, ma sono solo supposizioni. Arriverà presto il tempo dell’analisi, ma c’è grande attenzione – ha concluso l’armatore – da parte delle società petrolifere e sono sicuro che ci sarà anche a seguito di questo incidente».