Corre l’anno 1969, e la De Martino vince il Tricolore Incidente diplomatico agli Europei di lotta al Braglia

Sabato 17 maggio 1969, dopo otto anni il Giro d’Italia fa nuovamente sosta nella nostra provincia, la seconda tappa è Brescia – Mirandola. Fin dalle ore del mattino, nonostante la giornata caldissima, due ali di folla si accalcano ai lati delle strade della cittadina cara a Pico. In viale Gramsci, dove è previsto l’arrivo nel primo pomeriggio, gli altoparlanti distorcono gracchiando a tutto volume, le fasi finali della gara. Dopo la sfortunata avventura del girino Amedeo Gattafoni, che vede bloccata la sua fuga da un passaggio a livello chiuso nei pressi di Roncanova, vanno via in nove e tra questi, a 5 chilometri dal traguardo, Davide Boifava della Molteni Arcore, sferra lo scatto decisivo e va a vincere davanti all’olandese Van Vlieberghe. Il giorno seguente, la terza tappa Mirandola- Montecatini Terme, prende il via dallo stabilimento del Salumificio Montorsi, che proprio in quell’anno, festeggia il cinquantesimo compleanno. Per la cronaca il Giro lo vince Felice Gimondi. Rimaniamo in tema di ciclismo, per raccontare dello sconosciuto Attilio Rota, che si aggiudica la Milano-Vignola, davanti a due specialisti come Bitossi e Zandegù. In pieno clima di “guerra fredda”, incidente diplomatico di un certo rilievo agli Europei di Lotta Greco-Romana, che si disputano allo Stadio Braglia di Modena . Le squadre dell’Est, abbandonano la manifestazione in segno di protesta contro l’organizzazione, poiché durante il cerimoniere, non vengono suonati gli inni nazionali e ci si dimentica dell’alzabandiera. Nei giorni successivi, titoloni sui quotidiani e polemiche a non finire. La Panini di Franco Anderlini e la Fini iniziano il torneo di serie A, a spron battuto, e nella primavera del nuovo anno, il tricolore nel volley, sia maschile che femminile prenderà dimora sotto la Ghirlandina. Disco rosso per le vetture di Maranello, sia in Formula uno, che nello sport Prototipi. Pure il centauro Walter Villa, più volte campione d’Italia, resta a bocca asciutta in quel 1969 così avaro per gli sport motoristici modenesi. Ci si consola ammirando i nuovi modelli stradali: Dino 246 GT e GTS per la Ferrari, Ghibli e Mexico per la Maserati, Miura S ed Espada in casa Lamborghini. Tutti autentici gioielli di cui andar fieri. Nel basket inizia a brillare la stella di un cestista di casa nostra : il formiginese Luigi Serafini, che con la maglia della Virtus Bologna giungerà fino alla nazionale maggiore. Dopo lo spavento dell’anno precedente, il Modena calcio agli ordini di Remondini, volta pagina ed inizia ad affidarsi ai giovani. Se ne vanno: Oltramari, Gasperi, Console, Iseppi, Soncini, Colombo, Braglia ed il monumento Jorge Toro, che finisce al Verona in A. Al loro posto, se si esclude il “Matusa” Guglielmoni dal Pisa, arrivano tanti giovani: Franceschi, Petraz, Facchinetti, Roffi, Ronchi e quel Festa, che diventerà subito l’idolo dei tifosi canarini. Nato a Chiari il 14 agosto del 1944 ed arriva al Modena dalla Pergolettese e viene subito ribattezzato “al murador”, per i suoi trascorsi da manovale. In gialloblù disputa 2 campionati strepitosi realizzando anche 6 gol giocando da mediano di spinta, ruolo in cui emergono le sue doti di generosità. Le sue qualità non sfuggono alle attenzioni del Cesena, che lo acquista nel 1972 società con la quale raggiunge la promozione in serie A. Con i romagnoli disputa tre stagioni nella massima serie, dopodiché viene ceduto alla Atalanta in Serie B. Con la squadra bergamasca si rende protagonista di una stagione culminata con una nuova promozione in Serie A, chiudendo la carriera nel 1981. Il campionato, more solito, si chiude con i soliti patemi d’animo a 35 punti, solo due sopra la Reggiana retrocessa in C e con tanta tristezza per la scomparsa improvvisa dell’ex mister gialloblù Szekely, deceduto in un incidente d’auto nelle vicinanze di Pavia. Una settimana dopo la fine del campionato ci si toglie una bella soddisfazione. La squadra De Martino, allenata da Armando Cavazzuti vince il titolo di campione d’Italia. Una volta tanto il calcio modenese ci regala un primo posto. Giordano Galli, bomber di quella formazione, così ricorda: «Era un torneo fatto per i giocatori della prima squadra, che non avevano giocato la domenica ( si giocava di mercoledì ) o che recuperavano da un infortunio. Proprio in quella edizione noi vincemmo lo scudetto tricolore sovvertendo ogni pronostico, in quanto a quel torneo partecipavano anche le squadre di A più blasonate come : Juventus, Milan, Inter, Fiorentina, Napoli, Roma e Torino. Di quel gruppo fantastico ricordo : Padovani, Franceschi, Mazzetti, Melotti, Malagoli, Manganotti, Vecchi, Venturato e il mister Armando Cavazzuti, un tecnico dal cuore troppo tenero, ma grande conoscitore di calcio». Per il Carpi ed il Sassuolo, ancora un’anonima stagione in quarta serie, nell’attesa di tempi migliori. (continua) nMassimo Bartolamasi