Ci sono volute quasi nove ore di interrogatorio affinché limprenditore vicentino Enrico Maltauro, davanti al pm Claudio Gittardi, ricostruisse in modo dettagliato il sistema delle tangenti che i manager della sua impresa di famiglia sarebbero stati costretti a pagare per ottenere alcuni appalti al centro dellinchiesta che tocca anche Expo. Maltauro, arrestato giovedì scorso con altre sei persone per un presunto giro di tangenti per appalti su Expo 2015 e sulla sanità lombarda, ha chiarito molti aspetti legati ai capi dimputazione. Il verbale dellinterrogatorio è stato secretato, ma da quanto si è saputo, Maltauro avrebbe avuto un atteggiamento collaborativo. Limprenditore non ha negato i fatti che gli sono stati contestati e che il pm gli ha illustrato, confermando completamente leffettiva esistenza di una cupola che manovrava gli appalti. Secondo quanto riferito da fonti legali, Maltauro avrebbe ribadito di avere vissuto unesperienza simile a quella di «Mani Pulite», linchiesta degli anni Novanta in cui collaborò con i magistrati. Davanti al Gip, lunedì scorso, limprenditore aveva ammesso i fatti «nella sua materialità», riservandosi di chiarire meglio davanti al giudice, come avevano spiegato i legali, e dicendo di avere versato soldi: oltre 400mila euro, in relazione ad alcuni appalti che sarebbero stati pilotati a suo favore dalla cupola, di cui fanno parte Primo Greganti, Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo. Maltauro ha tuttavia negato di avere fatto parte dellassociazione per delinquere. Linchiesta della procura di Milano – che la settimana scorsa ha portato a sei arresti in carcere e uno ai domiciliari – ipotizza che in Lombardia esista una «cupola per condizionare gli appalti» con appoggi e protezioni politiche e la promessa di avanzamenti di carriera a dirigenti e pubblici ufficiali.
