La stretta dell’ultimo decreto firmato da Conte ha scatenato una vera e propria fuga da parte di quei cittadini che si trovavano nelle zone rosse, diventate poi “arancioni”, per motivi di lavoro e studio. Se lo spostamento da Milano al sud è stato quasi di massa già dalla pubblicazione della bozza, nessuna stazione delle province contenute nel decreto, Modena compresa, è stata risparmiata, così come forte è stato l’esodo di chi è partito in auto. Numerosi esperti, tra i quali il noto virologo Roberto Burioni, hanno segnalato il fatto come allarmante, perché questo grande spostamento rischia di portare nuovi casi anche in altre regioni. L’invito lanciato a chi ha lasciato i territori contenuti nel decreto a contattare l’asl di riferimento e comunicare di essere tornato. D’altra parte, le Regioni dell’Italia meridionale si sono già attrezzate per ricevere questa ondata di arrivi e, nell’evidente tentativo di frenare le possibilità di contagio, hanno emanato le proprie ordinanze. Sono tutte molto severe: le Regioni hanno ritenuto opportuno controllare e filtrare le provenienze dal Settentrione, prevedendo la “schedatura” delle persone in arrivo e imponendo misure che vanno dall’isolamento fiduciario alla quarantena obbligatoria. Chi dalle zone rosse fa ritorno in Campania ha l’obbligo di isolarsi in casa con divieto di contatti sociali per 14 giorni. Salerno ha in particolare attivato un immediato servizio di presidio all’arrivo di bus e treni provenienti dalla zona rossa. In Puglia è attiva in automatico la quarantena, stessa cosa in Basilicata, dove chi viene da Modena e le altre 14 province del decreto, deve rendersi reperibile per appositi controlli. Insomma, una stretta ancora più severa di quella di Conte.