Sono Prignano, Guiglia e Marano i territori dell’Appennino modenese che rischiano di essere esclusi dalla classificazione dei comuni montani a causa della nuova legge del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli. La normativa, il cui voto definitivo è previsto il 19 dicembre nella conferenza Stato-Regioni, introduce criteri basati su altitudine e pendenza dei territori: per essere considerato montano un comune deve avere almeno il 25% della superficie sopra i 600 metri e il 30% con pendenze superiori al 20%, oppure un’altitudine media superiore ai 500 metri, con alcune eccezioni per comuni interclusi. L’applicazione di questi parametri rischia di penalizzare intere realtà, mettendo a rischio fondi per l’agricoltura, investimenti infrastrutturali, manutenzione del territorio e servizi essenziali come scuole e trasporti. Per il territorio modenese il rischio è concreto secondo i sindaci locali: senza i contributi dedicati alle aree montane, si compromette la sicurezza stradale, la prevenzione dei dissesti idrogeologici e la capacità di attrarre insegnanti, medici e professionisti, con conseguenze sulla sostenibilità economica e sullo sviluppo delle comunità locali. La Provincia di Modena si è mobilitata per chiedere una revisione dei criteri, sottolineando l’importanza di considerare le condizioni socio-economiche e infrastrutturali oltre ai parametri altimetrici, per evitare il declassamento ingiustificato e preservare le prerogative e la sopravvivenza delle comunità montane dell’Appennino modenese.







































