Per ora, la cassa integrazione per i lavoratori, poi la possibile entrata di nuovi imprenditori per rilevare l’attività della Ceramica Opera, che ha sede legale a Maranello e uno stabilimento a Camposanto, impiegando in tutto 147 lavoratori.
Sono i prossimi passi per trovare una soluzione alla crisi aziendale: lo stesso assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia, ha espresso un moderato ottimismo, dopo l’incontro di ieri a Bologna, un tavolo di salvaguardia occupazionale, al quale ha partecipato il curatore fallimentare della Ceramica Opera, i sindacati, i rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni locali.

In particolare, il curatore fallimentare dell’azienda ha confermato la possibilità di richiedere gli ammortizzatori sociali per i lavoratori per un periodo sufficientemente lungo per portare avanti le trattative con altre realtà imprenditoriali interessare a rilevare il sito produttivo di Camposanto.

Dopo anni di difficoltà, lo scorso 15 maggio il Tribunale di Modena ha emesso un provvedimento di ingiunzione giudiziale, decretando di fatto la cessazione dell’attività.
Il 21 maggio, al tavolo della Regione, è stata poi decisa una sospensione di quattro mesi delle procedure, in attesa di valutare la possibilità dell’entrata di nuovi investitori.
Nel frattempo, anche la Provincia di Modena ha approvato un ordine del giorno sulla Ceramica Opera, presentato dai consiglieri Monja Zaniboni e Luigi Zironi, che sono anche i sindaci di Camposanto e Maranello, i due paesi maggiormente coinvolti.
Anche in questo caso, si propone come obiettivo quello di favorire l’intervento di nuovi investitori e il rilancio dell’azienda.