I CAU (i Centri Assistenza e Urgenza) non chiuderanno.
Lo ribadisce l’Assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, Massimo Fabi, aggiungendo che i CAU – ormai una cinquantina di strutture sanitarie, in regione, destinate a deviare i codici bianchi e verdi dalle emergenze – sono un investimento essenziale, partito dalla fine del 2023, andato inevitabilmente incontro alle difficoltà di un primo periodo di sperimentazione, eppure già diventati una risposta efficace ai bisogni urgenti della popolazione.
Lo stesso Assessore Fabi conferma, perciò, la volontà della Regione di mantenere la strutturazione dell’offerta dei CAU, ma anche con un possibile adattamento delle regole di funzionamento in base alle esigenze e al numero degli accessi, anche secondo le fasce orarie.
Fin qui, la Regione.
Ma appena pochi giorni fa, il nostro telegiornale di Tvqui ha tastato il polso ai medici di base, che con i CAU ci debbono lavorare. A sentir loro – e i referenti sindacali del distretto di Modena – i CAU hanno fallito il loro obiettivo: non sono riusciti ad alleggerire il carico dei Pronto Soccorso degli ospedali del territorio (riduzioni solo del 10-20% sui codici bianchi e verdi, secondo i dati ufficiali) e, quindi, rappresentano un inutile dispendio di denaro pubblico.
La stessa Federazione italiana Medici di Medicina Generale è intervenuta, facendo un bilancio negativo del progetto, chiedendone la chiusura o, quantomeno, la completa riorganizzazione dei CAU, rendendo più incisivo il lavoro dei medici stessi, per rispondere ai bisogni effettivi dei pazienti.