Sarà l’autopsia a stabilire la causa della morte di Marouane Chalat, l’uomo di 39 anni, di nazionalità marocchina, il cui corpo senza vita è stato avvistato nella serata di venerdì scorso nel fosso che costeggia Strada Cavo Argine, al quartiere Torrazzi.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Modena, si stanno indirizzando verso l’ipotesi del decesso accidentale, probabilmente per cause naturali, ma sarà – come detto – l’esame autoptico a confermare o smentire questa tesi.
Dopo la segnalazione del passante che l’ha avvistato, e in seguito all’intervento dei Vigili del Fuoco e delle forze dell’ordine, il corpo di Marouane Chalat è stato rinvenuto a pancia in su, in mezzo all’acqua del canale, in avanzato stato di decomposizione, deceduto da almeno 4-5 giorni.
Ad un primo esame del corpo non sarebbero stati riscontrati traumi da morte violenta ed è per questo motivo che la pista del possibile omicidio sarebbe già stata scartata. A meno che dall’autopsia non emergano segni di soffocamento violento.
Dal Marocco, il fratello della vittima, Faisal, ha dichiarato che il fratello Marouane era in buona salute e non soffriva di alcune malattia.
A nome di tutta la famiglia, che vive in Marocco, ha chiesto di sapere cosa è successo esattamente al fratello. Del quale, pur senza documenti, è stato rinvenuto il telefono cellulare, subito analizzato dagli inquirenti.
Arrivato in Italia e a Modena per un futuro migliore, pare che Marouane Chalat fosse da tempo senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine.