
“Un artista che sin dagli anni Sessanta ha offerto un importante contributo alla riflessione sul linguaggio fotografico, un innovatore che con le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia e con le sue tante mostre di rilievo internazionale ha offerto una sguardo di Modena sul mondo, mantenendo sempre solide radici nella sua città”. La presidente di Fondazione Ago Modena Fabbriche culturali Donatella Pieri ricorda così il fotografo Franco Vaccari, scomparso all’età di 89 anni, in un messaggio di cordoglio alla famiglia. Diverse le mostre che nel corso degli anni l’artista ha realizzato a Modena, anche alla Palazzina dei Giardini ducali con la Galleria Civica, nel 1987 e nel 2007, al Fotomuseo Panini e, nel 2009, nel complesso dell’ex ospedale Sant’Agostino, con “Bar Code” continuando il percorso avviato alla Biennale di Venezia del 1993 con la riflessione sui codici a barre che si intrecciava con la necessità di partecipazione del pubblico e di convivialità in veri e propri bar allestiti per l’occasione. Vaccari, infatti, supera l’idea di fotografia come documento e la trasforma in strumento per la registrazione di gesti e comportamenti che gli ambienti e i dispositivi da lui predisposti inducono nel pubblico. Appresa la notizia della scomparsa di Franco Vaccari, il sindaco Massimo Mezzetti, cui si è unito l’assessore Andrea Bortolamasi, ha voluto esprimere il suo cordoglio a nome dell’amministrazione comunale e della città tutta. “Salutiamo un artista di spessore internazionale che abbiamo amato tantissimo. Franco Vaccari lascia un’eredità intensa e un pensiero forte nell’ambito della fotografia che lui ha sempre declinato come poesia visiva. Dall’indimenticata esposizione alla Biennale di Venezia del 1972 con la geniale “Esposizione in tempo reale n°4: Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio” alle tante mostre in Italia e all’estero, Vaccari ha però scelto di vivere e lavorare a Modena dove ha spesso esposto sia alla Galleria Civica che alla Fondazione Fotografia, alla Palazzina dei Giardini e al Fotomuseo Panini, e anche alla Galleria Mazzoli che conserva alcune sue opere. E’ sempre stato presente con arguta indipendenza nel dibattito pubblico cittadino sui temi culturali da quando il sindaco Triva, che lo stimava moltissimo, lo scelse come componente della commissione della Galleria Civica negli anni sessanta.Vaccari è stato anche un teorico, un aspetto che ha indubbiamente accresciuto la sua statura. Il suo testo “Fotografia e inconscio tecnologico” è uno di quelli alla base della fotografia contemporanea e possiamo ben dire che ha anticipato di cinquant’anni un dibattito che oggi affrontiamo quando si parla di intelligenza artificiale. E’ quasi banale dire che ci mancherà, ci lascia uno tra i più grandi del contemporaneo. Modena saprà ricordarlo nel modo più adeguato e adatto alla sua figura”.
Al cordoglio del sindaco Mezzetti si è unito quello dell’assessore alla cultura Andrea Bortolmasi: “Attraverso la fotografia Franco Vaccari è stato e rimarrà per sempre un cantore della nostra città e una presenza costante nella scena culturale modenese. Indimenticabile, nella sua passione e dedizione, ha portato Modena nel mondo e il mondo a Modena”







































