Sei anni per i due imputati accusati di falso ideologico e tortura e cinque anni, ridotti a tre anni e mezzo per le attenuanti, agli altri due, ritenuti responsabili “solo” del reato di tortura. Sono queste le richieste di condanna avanzate questa mattina in Tribunale a Modena dalla pubblica accusa nel processo che vede alla sbarra quattro agenti della Polizia Locale di Sassuolo. I fatti risalgono al 15 ottobre del 2022 quando, secondo la ricostruzione dell’accusa all’ospedale di Sassuolo i quattro imputati avrebbero agito con violenza nei confronti di un cittadino marocchino di 34 anni, arrivato al pronto soccorso in stato confusionale a causa di una grave crisi ipoglicemica. L’uomo, sarebbe stato immobilizzato con forza sulla barella, colpito ripetutamente con schiaffi e strattoni, fino al gesto estremo di un agente che gli sarebbe salito in piedi sul bacino, mentre era legato alle sponde. Secondo la ricostruzione fornita dai sanitari pare che nessuno dei presenti in servizio quella sera abbia richiesto l’intervento della Polizia, dato che l’uomo, incosciente, non era stato ritenuto pericoloso.  Per due degli agenti è stato contestato anche il falso, per aver redatto una relazione di servizio non veritiera costruita, secondo l’accusa, per giustificare quanto accaduto. Intanto i legali dei quattro agenti continuano a sostenere l’estraneità dei loro assistiti e tre dei quattro imputati sono già stati reintegrati in servizio. Il totale delle pene richieste dal PM ammonta a 19 anni di reclusione complessivi.