Nel video: Dott.ssa Paola Convertino Vice Questore e Luigi Zironi Sindaco di Maranello

23 maggio 1992, ore 17.56. I sismografi registrarono un’onda d’urto violentissima: qualcuno pensò a un terremoto. Era, invece, la Strage di Capaci. Circa 500 chili di tritolo squarciarono l’autostrada e la vita del giudice, Giovanni Falcone, e degli uomini della sua scorta: Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo.
Tra i resti, una Fiat Croma blindata: la “Quarto Savona Quindici”, diventata simbolo di un sacrificio che non arretra. Oggi quei resti sono esposti a Maranello, in Piazza Libertà. E basta il nome per capire quanto potente sia il contrasto: la libertà come promessa, contro chi la voleva sepolta un’idea di giustizia, contro la mafia. Un pezzo di storia che parla agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di primo grado, più forte di qualunque parola.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Maranello insieme all’associazione Quarto Savona Quindici, custode della memoria della scorta di Falcone, è stata realizzata con il supporto della Polizia di Stato, che ha trasportato la teca fino in città.