Chiusa l’istruttoria dell’inchiesta “Mangiafuoco”. Dei 22 indagati, soltanto l’ex vicesindaco Morelli rischia di andare a processo
Resta ben poco di tutte le accuse e le ipotesi di reato, più o meno gravi, che coinvolgevano i 22 indagati dell’inchiesta “Mangiafuoco” dei Carabinieri di Carpi che ha scosso la città: solo quella a carico dell’ex vicesindaco Morelli di tentata concussione, per le minacce e pressioni che avrebbe fatto per allargare il dehors di un bar – con gazebo temporaneo – davanti alle vetrine di due negozianti contrari. Di tutta la vicenda, che verteva su presunti scandali in Comune che nel tempo si erano ampliati talmente tanto da raggiungere anche il vescovo Monsignor Cavina, resta aperta anche la questione dossieraggio: una costola dell’inchiesta con al centro le pagine contro il sindaco Bellelli per le quali sono indagati sempre Morelli, con l’esponente leghista modenese Soranna. Il pm Natalini ha chiesto al gip di archiviare le posizioni degli ultimi due indagati, oltre a Morelli, ovvero Langianni e Ramella: il primo accusato di falso in merito alla domanda di partecipazione al concorso per la Notte di Capodanno in Piazza Martiri; il secondo invece di frode alle pubbliche forniture, per aver chiesto un contributo per le spese elettriche degli ambulanti in occasione della Notte Bianca.






































