Condannato il re delle slot che minacciò Giovanni Tizian

E’ stato condannato a sei mesi Nicola Femia, definito il ‘re delle slot machine’ in Emilia e considerato dagli inquirenti vicino a clan della ‘ndrangheta, con l’accusa di gioco d’azzardo. Femia è inoltre noto per le minacce di morte al giornalista dell’Espresso Giovanni Tizian: in una telefonata con il faccendiere Guido Torello, Femia si lamenta di alcuni articoli di Tizian e il suo interlocutore gli risponde: «O la smette o gli sparo in bocca». La telefonata, intercettata, fu ritenuta una minaccia molto grave, tanto da fare decidere le autorità di affidare la scorta al giornalista di origini calabresi ma modenese d’adozione. La vicenda per cui Nicola Femia è finito a processo a Modena risale al 2009, quando la Guardia di Finanza effettuò un blitz presso il circolo Royal di Castelfranco. Qui venne sorpresa anche una donna, che si identifica come addetta alle pulizie, ma che verrà coinvolta nell’inhiesta perché il suo ruolo sarà considerato comunque importante. La donna ieri è stata condannata a sei mesi (pena sospesa) come Femia. I finanzieri trovarono alcune macchinette da gioco truccate e risalirono così a Femia, che gravita proprio in quel settore. Da anni il gioco d’azzardo è accostato alla criminalità organizzata, e in provincia di Modena, soprattutto al clan dei casalesi. «I casalesi a Modena sono attivi nella gestione delle bische e dei videopoker» scrive Enzo Ciconte, tra i massimi esperti nazionali di mafie, nel recente studio I raggruppamenti mafiosi in Emilia-Romagna. Per quanto riguarda i videopoker le notizie più recenti sono quelle fornite dal pentito Domenico Bidognetti «che ha raccontato – spiega Ciconte – come il clan che gestiva monopolisticamente l’affare in provincia di Caserta abbia, sin dal 1996, esportato a Modena la prassi di installare nei bar questi giochi che rendono parecchi soldi. Sin da quell’epoca sono stati i raggruppamenti di Schiavone e di Iovine a gestire l’affare». «Secondo quanto ha affermato Bidognetti – prosegue l’esperto – i due clan ‘hanno fatto autentiche mirabilie, trasformando letteralmente in oro tutto quello che toccavano. La camorra ha loro dato carta bianca, in cambio di un introito economico forfettario proporzionato al numero dei paesi occupati ed essi non hanno tradito le aspettative, allargandosi fino a Modena, conquistata nella sua interezza, ridotta a colonia’».