Si chiama “Mangiafuoco” l’indagine dei Carabinieri di Carpi che ha portato alla luce alcune intercettazioni dell’ex assessore Simone Morelli. Intercettazioni che avrebbero permesso ai militari di ricostruire il quadro politico dentro cui è emerso il dossier contro il sindaco Alberto Bellelli
Emergono altri dettagli sull’indagine dei Carabinieri che ha scosso la città di Carpi. Sono state rese note dai quotidiani locali alcune intercettazioni telefoniche dell’ex vicesindaco Simone Morelli, frutto dell’indagine che i militari hanno denominato “Mangiafuoco”. “Noi governiamo la città” è il virgolettato attribuito a Morelli in una chiamata fatta nel settembre 2018. Da quanto riportato, l’ex assessore sosteneva di essere riuscito a far ricoprire ai suoi uomini posizioni importanti nella Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e in Aimag. L’intento di Morelli, secondo quanto si apprende da “Mangiafuoco”, sarebbe stato quello di distruggere politicamente Alberto Bellelli e cercare di diventare primo cittadino presentandosi come candidato di una lista civica con il supporto di Lega Nord e Forza Italia. In questo quadro sarebbe anche emerso il dossier, l’unico elemento penalmente rilevante e che infatti ha visto Morelli destinatario di un avviso di garanzia per tentata diffamazione. L’ex vicesindaco avrebbe cercato di diffonderlo, anche con l’aiuto dell’attivista della Lega Nord, Stefano Soranna, sia a Bologna, dove doveva essere oggetto di un’interrogazione in Regione, mai presentata, sia sui quotidiani locali, che hanno deciso di non pubblicarne i contenuti.





































