Il Comitato Salviamo l’ospedale di Pavullo ha presentato una istanza al difensore civico della Regione Emilia Romagna. Sul tavolo i vari problemi del servizio di emergenza urgenza, tema particolarmente sentito in montagna

Si va dalla mancata copertura di un servizio infermieristico d’urgenza H24 per le aree dell’alto appennino, comprese nei comuni di Pievepelago e Fiumalbo al mancato invio al ministero dell’istanza per la richiesta di riesame della procedura che ha portato alla scelta della regione di chiudere il punto nascite di Pavullo. Punti che il Comitato salviamo l’ospedale di Pavullo pone da più di un anno all’attenzione degli organi competenti di Ausl e regione ma senza risultati almeno dicono i referenti. Da qui la decisione di rivolgersi al difensore civico regionale, che avrà trenta giorni per rispondere, partendo da un punto delicato come quello dell’emergenza urgenza nell’alta montagna. Sul tavolo del difensore civico anche la richiesta di istanza di riesame già recepita da diverse forze politiche d’opposizione da inviare al ministero basata su tempi di percorrenza per giungere all’ospedale di Sassuolo, unico riferimento per le partorienti dopo la chiusura del punto nascite di Pavullo. Dati che secondo il comitato sono  diversi di quelli inviati nella prima istanza che portò il ministero allora guidato da Beatrice Lorenzin di bocciare la richiesta di deroga alla chiusura.

Nel servizio l’intervista a Maria Cristina Bettini, Presidente Comitato Salviamo l’ospedale di Pavullo