Il tracollo di ieri col Livorno è arrivato a tre giorni dalla splendida prova di Cremona. Difficile trovare una spiegazione alla metamorfosi della squadra di Castori
Forse non è davvero bello come quello che ha vinto in dieci a Cremona. Ma non può essere nemmeno quello inguardabile travolto in casa dal Livorno. A tre soli giorni di distanza fra due prestazioni così all’opposto è difficile decifrare quale sia il vero Carpi. La vittoria dello Zini di Cremona aveva illuso che la truppa di Castori avesse fatto il definitivo salto di qualità, ma evidentemente si è trattato solo di un abbaglio. La gara col Livorno ha di nuovo azzerato tutte le certezze biancorosse costruite nelle ultime 7 gare, in cui Poli e compagni avevano conquistato 11 punti, lasciando l’ultimo posto proprio a Livorno e Padova. Non è solo il 4-1 finale, reso largo dalla doppietta negli ultimi 10’ di Giannetti, quando ormai il Carpi aveva staccato la spina. Ma è la condotta dei biancorossi a lasciare spiazzati. L’avvio senza mordente, col Livorno che ha trovato subito il gol grazie a Pedrelli, colpendo anche due legni con Gasbarro e Raicevic, era stato il primo campanello d’allarme, solo in parte spento dalla buona reazione che aveva portato al pareggio di Di Noia. Ma è la ripresa a lasciare sbigottiti. Dopo il 2-1 di Murilo il Carpi si è sciolto e più Castori inseriva attaccanti, prima Vano e poi Mokulu, e più i biancorossi perdevano metri di campo, non riuscendo mai a impensierire Mazzoni. Dopo un tonfo del genere sarà importante cercare di azzerare subito la testa in vista della trasferta di Venezia in programma domenica 30. Chiudere questo tormentato 2018 con un risultato positivo sarebbe il viatico migliore per tuffarsi in un gennaio che porterà molte novità dal mercato.






































