Sono ore decisive per conoscere l’identità del cadavere recuperato in mare a La Spezia. L’incarico per l’autopsia è stato affidato ieri e ora si attende il responso definitivo per sapere se il corpo appartiene all’imprenditore di Sassuolo Pietro Fogliani
Nessun segno di violenza ma sembra che sia stato ritrovato con dei grossi pesi legati attorno al tronco. Si tratta del cadavere recuperato in mare nei giorni scorsi da due pescatori al largo di Deiva Marina, in provincia di La Spezia. Un dettaglio importante che farebbe propendere per il suicidio, ma che non esclude neanche l’ipotesi che possa essere stato qualcun altro a farlo dopo aver commesso l’omicidio. Sono ore cruciali per conoscere ogni dettaglio utile per ricostruire la vicenda. Per questo motivo l’autopsia sul corpo in avanzato stato di decomposizione, perché rimasto in mare per un mese o forse più, sarà decisiva. Di fronte a queste ultime novità cambia forse lo scenario, ma resta comunque sempre compatibile l’ipotesi che possa trattarsi del corpo dell’imprenditore sassolese Pietro Fogliani, titolare delle Ceramiche Serra di Torre Maina scomparso nel nulla lo scorso 18 agosto. Appassionato velista di 56 anni, era partito in solitaria da Porto Lotti a bordo della sua Lulubelle, una barca di 15 metri per godere della sua passione più grande, quella del mare. Il suo veliero qualche giorno dopo è stato recuperato dalla Guardia Costiera spiaggiata con il motore in folle e la vela di prua al vento a poche centinaia di metri dalla costa di Vada a Livorno senza nessuno a bordo. L’incarico per l’autopsia è stato affidato ieri e ora si attende il responso definitivo. Solo dopo la comparazione del dna si conoscerà l’identità dell corpo ritrovato in mare