Nell’ambito della maxi inchiesta sugli appalti pubblici, la Procura di Modena ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli e per altri membri della sua giunta. L’accusa è di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso ideologico e materiale

Continuano i guai per l’ex sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli. La Procura di Modena ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso ideologico e materiale, in quanto avrebbe attribuito la gestione di strutture e attività favorendo sempre le stesse persone senza regolamentari gare d’appalto. La richiesta è partita nell’ambito della maxi inchiesta sugli appalti pubblici che vede imputate 14 persone. Questa ebbe inizio nell’aprile del 2016, a seguito delle perquisizioni dei carabinieri negli uffici di Ferioli, dell’intera struttura comunale e di diverse associazioni e determinò la deflagrazione della giunta, con la conseguente perdita delle elezioni del centrosinistra alle amministrative. Nell’inchiesta risultano coinvolte altre persone, tra cui alcuni assessori e dipendenti comunali del suo mandato, oltre a soggetti collegati ad associazioni del territorio. È stato infatti rinviato a giudizio anche l’ex assessore alle Attività produttive Angelo D’Aiello, mentre sono indagati Fabrizio Reggiani, ex assessore al bilancio, e l’ex capo dell’ufficio lavori pubblici Giulio Gerrini, già condannato peraltro nell’inchiesta Aemilia. Con la loro complicità, secondo l’accusa, Ferioli avrebbe favorito a Franco Ferrari e Dante Veratti, all’epoca presidente e vice presidente della bocciofila massese di Massa Finalese, la gestione della stessa bocciofila, il bar del parco di Quartiere Ovest, la fiera campionaria di aprile e il campo di addestramento cani, falsificando atti e delibere di giunta.