Fa discutere il futuro del multicentro culturale Memo. I sindacati Cgil, Cisl e Csa accusano l’amministrazione di poca trasparenza sul destino di un ente di sua competenza
C’è tensione tra sindacati e amministrazione intorno a Memo, il multicentro culturale e educativo del Comune di Modena. “Salvate Memo”. È questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Csa per far fronte ad una situazione poco chiara riguardo la nota struttura educativa che si occupa di itinerari scuola-città, di alternanza scuola-lavoro, di formazione e aggiornamento degli insegnanti. Motivo del contrasto è il silenzio, da parte del Comune, sulla sostituzione di 4 dei 17 dipendenti del centro che stanno per andare in pensione. Un silenzio che neppure il tentativo di conciliazione in Prefettura è riuscito a superare. Secondo i sindacati, in ipotesi di mancato reintegro di personale, il centro di viale Barozzi si troverebbe sotto organico e con un futuro a rischio. Quest’incertezza ha dato origine alla vertenza sindacale con il blocco degli straordinari e uno sciopero oltre che ad una petizione online. La preoccupazione dei sindacati è che il centro possa andare incontro a un depotenziamento se non a un completo smantellamento. Nella serata di ieri una prima precisazione è arrivata dal Comune attraverso una nota: «Il Multicentro educativo è e resterà parte integrante del Settore Istruzione e continuerà ad operare a favore del sistema educativo e scolastico modenese, nessuna esternalizzazione». Per quanto riguarda il personale da sostituire, il Comune ha ricordato come dal 2014 il numero di dipendenti della struttura sia rimasto invariato a fronte di un calo del 10% del personale dell’ente a prova di una difesa, da parte di Piazza Grande, del settore dell’istruzione.




































