C’è anche un imprenditore modenese tra le cinque persone tratte in arresto per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio nell’ambito dell’operazione “Sold Out”. Un’indagine della Guarda di Finanza di Ravenna che ruota intorno al fallimento dell’azienda Gapar
Dalla Guardia di Finanza di Ravenna arriva l’operazione “Sold Out”. Sono cinque le persone indagate per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio con l’aggravante della transnazionalità del reato. Tra loro, anche un imprenditore modenese, accusato di aver distratto quasi 2 milioni di euro di risorse finanziarie a favore di aziende a lui riconducibili. Questa mattina i militari hanno arrestato cinque persone a seguito di un’indagine iniziata due anni fa. Al centro dell’operazione, la fine della Gapar, storica società ravennate del settore alimentare che secondo quanto emerso dalle indagini dei militari è stata condotta deliberatamente al fallimento, determinando la chiusura delle attività di diversi creditori e il licenziamento di 44 dipendenti. A partire dal luglio 2014, un imprenditore modenese e la proprietà dell’impresa, con a capo un professionista ravennate, avrebbero iniziato a depredare e a spartirsi il patrimonio della società fallita, stornando fino a 4 milioni di euro. Oltre un milione sarebbe stato usato per il pagamento di operazioni commerciali fittizie con società con sedi estere costruite ad hoc dagli arrestati, autoriciclando i proventi della bancarotta fraudolenta. Un colpo che avrebbe portato l’azienda a uno stato di fallimento irreversibile oltre a permettere al professionista ravennate di acquistare quote di una società immobiliare. In aggiunta alla misura cautelare, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna ha accolto la richiesta di disporre il sequestro di tali quote per un controvalore di circa 1,3 milioni di euro.
































