A dieci anni dalla crisi economica che ha colpito il nostro paese, i dati sulla povertà registrati nel 2017 fanno segnare un progressivo miglioramento. Sono in calo le famiglie che si rivolgono ai Centri di Ascolto, anche se numerose rimangono le difficoltà per chi deve sostenere un mutuo o un affitto
Una lenta ma progressiva ripresa che fa ben sperare. A dieci anni dalla forte crisi economica che ha colpito il nostro paese e soprattutto dopo l’ondata di richieste di aiuto da parte delle famiglie ai Centri di Ascolto diocesani registrata nel 2012, il rapporto dei progetti e delle attività del 2017 in aiuto alle famiglie più in difficoltà, fa registrare un progressivo miglioramento. Diminuisce il numero dei nuclei familiari che si rivolgono a “Porta Aperta”, e al Centro di Ascolto Diocesano, anche se restano ancora tante, troppe, le famiglie sulla soglia di galleggiamento. Tra i dati che continuano a preoccupare ci sono quelli riguardanti l’indebitamento finanziario per l’acquisto o l’affitto di una casa. I nuclei sui quali grava un mutuo nel 2017 sono 37 su 448 famiglie prese in esame, l’8,4% del totale. Un dato migliore rispetto a quello del 2014 (quando era al 12%). Il dato che emerge però è preoccupante poiché tra le 37 famiglie, 21 risultano morose e 12 hanno la casa pignorata. Sempre sul campione preso in esame sono poi 30 le famiglie che hanno ceduto un 1/5 dello stipendio o della pensione per pagare vecchi debiti.
Nel video le intervista a:
– Alessandro Gibertoni, responsabile Centro d’ascolto Porta Aperta Carpi
– Valentina Pepe, responsabile Area Progettazione Porta Aperta Carpi



































