La Corte dei Conti in sede di appello, confermando la pronuncia di promo grado, ha condannato il consigliere regionale Enrico Aimi, ora candidato nelle liste di Forza Italia al Senato al plurininominale, alla restituzione di oltre 17 mila euro. Denaro pubblico utilizzato secondo i magistrati, per cene, incontri e viaggi non documentati. La somma è oggetto anche di una delle tranche dell’inchiesta “Spese pazze in Regione” condotta dalla Procura di Bologna per le quali Aimi è sotto processo

Forza Italia lo candida al plurinominale al Senato mentre la Corte dei Conti in sede di appello lo condanna alla restituzione di oltre 17 mila euro per danno erariale, confermando così la pronuncia di primo grado. Secondo la Corte, l’Avvocato Aimi non avrebbe documentato le modalità di impegno del denaro pubblico usato, per cene, incontri, viaggi e biglietti che da quanto precisato dai magistrati non avevano nulla a che fare con la sua attività istituzionale, al massimo con quella politica, ma che, come precisato dalla Corte, non rientra tra quelle istituzionali. In realtà l’importo contestato e del quale si richiedeva la restituzione, era di 20.970, ma in fase di condanna in primo grado è subentrato uno sconto del 15%. La somma riguarda il periodo che va dal dicembre 2011 al giugno 2012 ed è oggetto anche di una delle tranche d’indagine dell’inchiesta sulle cosiddette “spese pazze in Regione” condotta dalla Procura di Bologna per le quali Aimi è sotto processo. Nel mirino della Procura ci sarebbero spese totali per circa 96 mila euro (due filoni di inchiesta riuniti in un unico procedimento) contestati in due anni e mezzo di legislatura. Per la maggior parte, legate a spese per cene ‘di rappresentanza’ che per l’accusa non erano giustificabili con le funzioni riconosciute ai consiglieri regionali.