La cooperativa di tifosi acquisirà domani le quote del club da Aldo Taddeo, ma dovrà fare fronte entro il 3 novembre al saldo degli stipendi arretrati
Il Modena respira ancora, almeno per qualche giorno, nella speranza che un miracolo possa salvare la squadra dall’esclusione dal campionato e dal fallimento. Il mancato pronunciamento del Consiglio Federale dopo la richiesta del presidente della Lega di Serie C, Gabriele Gravina, regala ancora qualche flebile speranza perché domenica con il Padova sarà 0-3 a tavolino, ma tornano clamorosamente in ballo le gare con Mestre e Albinoleffe. I legali del club gialloblù, infatti, hanno presentato ricorso alla seconda sezione della Corte Sportiva d’Appello che non ha rigettato l’istanza, ma ne ha rimesso l’esame alla prossima settimana quando si riunirà a Sezioni Unite. Il Modena adduce come motivazione il fatto che l’esecutività dello sfratto dal Braglia era il 9 ottobre e non il 28 settembre. In questo scenario spunta poi l’Azionariato Popolare, intenzionato a provare l’ultimo disperato tentativo di salvataggio. Aldo Taddeo domani cederà le quote alla cooperativa di tifosi che tramite i propri legali ha già attivato i contatti con l’amministrazione e con lo stesso Gravina. Una corsa contro il tempo alla ricerca di fondi, anche nell’imprenditoria modenese, che ha come termine ultimo la scadenza dei venti giorni relativi alla messa in mora della società da parte dei giocatori. Il 3 novembre saranno tutti liberi di svincolarsi o di tornare ai rispettivi club di appartenenza: entro tale data, dunque, sarà necessario mettere sul piatto i 330mila euro relativi alle mensilità arretrate di luglio e agosto, la medesima richiesta che era stata formulata a Taddeo.






































