L’uomo ha ammesso ieri le proprie colpe nel corso dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto in carcere, precisando di non aver avuto complici

“Ho fatto tutto da solo, senza alcun complice, ed ora è giusto che paghi”. Così Mustapha Tahir, il 33enne marocchino che abita accanto alla chiesa di San Vincenzo nel centro di Modena, ha confessato di esser stato lui l’autore materiale del furto della tela del Guercino avvenuto nell’agosto del 2014. Una confessione resa nell’interrogatorio di circa due ore e mezzo tenutosi ieri nel carcere di Sant’Anna, alla presenza del procuratore capo di Modena Musti, del pm Claudia Ferretti e dell’avvocato difensore. Tahir ha svelato di essere stato l’unico artefice del furto e della spedizione della tela in Marocco, avvolta all’interno di un tappeto, ma anche di aver appreso del reale valore dell’opera solo in un secondo momento dai media. I quattro connazionali arrestati dalla polizia marocchina di Casablanca avrebbero fatto forti pressioni sul 33enne affinché compisse il furto, senza per altro nessuna ricompensa a livello economico. L’arresto di Tahir è stato effettuato ormai lo scorso aprile dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato, ma tuttora la Corte d’Appello di Bologna non si è ancora espressa relativamente alla possibilità di concedere l’estradizione come richiesto dalle autorità del Marocco, dove in caso di condanna pagherebbe con 20 anni di carcere.