Continuano gli sforamenti dei livelli di Pm10 in città e provincia. Da inizio anno già 15 volte è stata superata la soglia limite
A livello provinciale il giorno peggiore dell’anno sinora è stato il 3 gennaio con un livello di pm10 pari a 97 microgrammi per metro cubo, dato fatto registrare dalla centralina Arpa a Gavello di Mirandola, mentre in città il giorno nero è stato il 4 gennaio con un livello pari a 89 microgrammi segnato dalla centralina di via Giardini. Dati record in senso negativo che piazzano Modena nella top five della città con l’aria più inquinata di Italia. E purtroppo non si tratta di episodi giornalieri isolati. A Modena da settimane è allarme polveri sottili. La soglia limite di 50 microgrammi dal primo gennaio è stata superata già 15 volte, tanto da far chiedere a Silvia Piccinini del Movimento 5 Stelle in Regione una ‘indagine epidemiologica sugli effetti dell’inquinamento atmosferico, lo stop all’ampliamento o all’autorizzazione di nuovi impianti industriali, energetici o rifiuti, la pubblicazione immediata di tutti i dati relativi alle loro emissioni e un piano d’intervento unico portato avanti con Lombardia, Veneto e Piemonte’.
E la giunta? Per ora la risposta dell’amministrazione comunale, in linea con la Regione, è tutta nelle famose domeniche ecologiche, la prossima sarà il 5 febbraio, e nei blocchi del traffico. Provvedimenti che evidentemente poco spostano in termini di qualità dell’aria. Da notare in questo contesto il paradosso che vede la città di Modena rieletta alla presidenza e al coordinamento della Rete città sane d’Italia. Recentemente infatti l’associazione ha riconfermato presidente, all’unanimità per il terzo mandato, la consigliera comunale Pd Simona Arletti con un impegno economico da parte del Comune di oltre 20 mila euro, deliberato tutti gli anni, per spese relative a segreteria e coordinamento dell’associazione stessa.






































