Sui social alcuni post mettono in connessione l’epidemia con gli sbarchi: il prof. Burioni de San Raffaele smonta la tesi
Da un lato i continui sbarchi di migranti sulle coste italiane. Dall’altro l’epidemia di meningite in Toscana e la morte di una persona che aveva contratto il batterio a Roma. Nell’era dei social network basta un post su Facebook, basato su nessuna evidenza scientifica, a mettere in relazione i due fenomeni e scatenare polemiche e allarme sociale. La vicenda riguarda da vicino anche Modena, dove i richiedenti asilo sono ormai più di 1.300 e dove la psicosi da meningite ha costretto l’Ausl a un piano straordinario di vaccini. Si tratta, però, di una clamorosa bufala: le due cose – i migranti e la meningite – non sono in nessun modo collegate tra loro. A rimarcarlo con forza, sempre via social, è tra gli altri il professor Roberto Burioni, docente di Virologia al San Raffaele di Milano. “I recenti casi di cui si è occupata la cronaca – spiega il medico – sono stati dovuti al meningococco di tipo C, al contrario in Africa i tipi di meningococco più diffusi sono A, W-135 ed X”. “Per cui – scrive Bucchioni – è impossibile che gli immigrati abbiano qualcosa a che fare con l’aumento di meningiti in Toscana”. “La scienza non è democratica – osserva il professore –, i dati scientifici non sono sottoposti a validazione elettorale: se anche il 99% del mondo votasse dicendo che due più due fa cinque, ancora continuerebbe a fare quattro”. “Invece di prendercela con chi non ha colpe – conclude Burioni –, ricordiamo che contro questo meningococco abbiamo a disposizione un vaccino efficace e che se tutti i genitori vaccinassero i loro figli la malattia scomparirebbe nei bambini e negli adulti, come è già accaduto in numerosi Paesi”.



































