Presa di posizione alla luce dei rilievi di Ance Modena: «Il sistema funziona, il nostro organico sarà rinforzato»

Cara Ance Modena, il sistema della white list funziona e, a breve, le cose potrebbero andare ancora meglio. Tutto sotto controllo, insomma. Si può riassumere così, la replica che la Prefettura di viale Martiri della Libertà ha inviato ieri a Stefano Betti, presidente provinciale dell’associazione di costruttori afferenti a Confindustria. Betti, due giorni or sono, ha in sostanza attribuito un effetto di alterazione della concorrenza al sistema della white list, l’elenco che certifica, per le aziende che intendono lavorare nella ricostruzione della Bassa, l’assenza di qualsiasi legame con la criminalità organizzata. Secondo Betti, a Modena, dove le richieste di iscrizione sono state oltre 3mila, per smaltire tutte le pratiche potrebbero servire addirittura vent’anni. E così le imprese con sede in provincia rischiano di restare escluse dagli appalti, a tutto vantaggio delle ditte di altre regioni, dove le Prefetture hanno meno domande da valutare e le iscrizioni sono più celeri. E’ vero, peraltro, che esiste la white list d’attesa, un elenco in cui le imprese sono temporaneamente inserite e abilitate a lavorare, prima che arrivi il verdetto definitivo. Ma per Ance Modena poco importa: i committenti privati, infatti, sarebbero restii ad affidare i lavori alle ditte nella lista provvisoria in quanto, se un giorno tali ditte fossero bocciate, verrebbero meno i contributi statali alla ricostruzione. Nella propria risposta, però, la Prefettura di Modena sottolinea l’importante ruolo della white list provvisoria, alla quale hanno avuto accesso già 2300 imprese. Che, in ogni caso, non sono escluse di diritto dalla ricostruzione. Anzi: se una società inserita in tale elenco vince un bando pubblico, l’appalto deve necessariamente essere a lei affidato, come prescrive l’articolo 5bis del decreto 74 del 2012. Ma la replica di viale Martiri va poi oltre, ed entra nel merito della contestazione secondo cui le forze sarebbero insufficienti a smaltire celermente l’elevato numero di pratiche. Per procedere più velocemente, ha ricordato la Prefettura, è stata adottata «una serie di accorgimenti organizzativi che hanno consentito il potenziamento dell’ufficio preposto al settore anti-mafia, garantendo comunque la funzionalità di tutti gli altri servizi». Inoltre, sono in via di definizione i passaggi istituzionali con cui a quel settore dovrebbero essere assegnate, in maniera straordinaria, ulteriori risorse umane. La Prefettura di Modena, dunque, ha risposto prontamente agli edili confindustriali. In ballo, c’è l’effetto-traino che la ricostruzione della Bassa può dare alla ripresa economica. Una partita che, se si guarda al valore dei contributi statali, nel complesso vale almeno 6 miliardi di euro.