L’associazione incalza: «Attendiamo la costituzione»

SERRAMAZZONI – Lo scenario processuale che si è aperto sul presunto abuso edilizio di Casa Fenocchi lascia un nodo irrisolto: la posizione del Comune di Serra. Nell’udienza ‘tecnica’ che si è tenuta a metà dicembre sulla vicenda urbanistica infatti, non c’è stata alcuna costituzione di parte civile, nessuno che abbia avanzato richiesta di danni nei confronti di una o più persone citate a giudizio. Ovvero, Enrico Tagliazucchi (l’ex responsabile dell’Edilizia privata già interessato da altri noti procedimenti), il geometra Enrichetta Giacobazzi (sua collaboratrice nel Settore tecnico) e l’ingegner Adriano Vandelli, legale rappresentante della Cooprocon Coop. Avrebbe voluto presentarla Francesca Ragusa, la proprietaria dell’abitazione confinante che si è vista costruire di fronte una palazzina al posto di un antico rustico. Ma non sarebbe stata ammessa perché l’intervento edilizio non ha interessato la sua proprietà. Poteva presentarla il Comune di Serra in autotutela, nei confronti di due suoi dipendenti citati a giudizio. Cosa che molti magari si aspettavano, vista l’eco mediatica di un caso urbanistico approdato con Report sotto i riflettori nazionali. Riflettori che hanno posto in maniera evidente anche una questione di immagine. E invece niente, come niente è stato il 10 gennaio per un’altra udienza tecnica che coinvolgeva Tagliazucchi: quella dell’arresto del 27 giugno a Ospitaletto con l’accusa di concussione. Ma su Casa Fenocchi c’è anche una questione di tutela di beni culturali-ambientali, ed è qui che prende posizione un’associazione in prima linea nella difesa del patrimonio come Italia Nostra, che ha già seguito molto da vicino in passato la vicenda urbanistica di Ligorzano. «Il rinvio a giudizio per l’abuso di Casa Fenocchi è il segno confortante che non vi può essere tolleranza per la violazione della vincolante disciplina urbanistica ed edilizia» osserva la sezione modenese, incalzando quindi il Comune: «Italia Nostra attende la costituzione di parte civile dell’amministrazione comunale (in questo caso comissariata, ndr) come impegno ad assicurare la legalità nella gestione del territorio e dell’ambiente e la rigorosa tutela degli insediamenti edilizi di tradizione». Un sollecito forte, che dà il senso di un tema sentito ben al di fuori del paese. Non si sa se ci siano ancora presupposti giuridici per avanzare la richiesta di costituzione di parte civile dopo la prima udienza. Quello che si sa è che il Comune ha invece deciso all’opposto un anno fa, disponendo un discusso atto di tutela legale nei confronti dei suoi dipendenti su questa specifica vicenda. Dopo la notifica degli avvisi di garanzia su Casa Fenocchi, infatti, la giunta Ralenti fra i suoi ultimi atti di mandato approvò il 1° marzo 2011 una delibera di copertura legale nei confronti tanto di Tagliazucchi quanto della Giacobazzi, senza quantificare la spesa ma indicando un avvocato comune che nel frattempo è cambiato, anzi, sono cambiati visto che i due hanno fatto scelte diverse. Ci sarebbe da capire se la tutela sussiste ancora. nDaniele Montanari